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Risultati da 1 a 10 di 31
  1. #1
    Guido Keller
    Ospite

    Predefinito Duisenberg ha pagato per questo?

    Gretta Duisenberg: attivista per la Palestina

    Dopo la morte dell'ex presidente della BCE è il caso di ripubblicare questa intervista alla moglie ...



    Un'attivista in trincea
    Gretta Duisenberg intervistata da Paul de Rooij

    la bandiera che sventola dal balcone di casa Duisenberg


    I simboli sono importanti. I soldati israeliani si comportano come tori di fronte ad uno straccio rosso quando vedono i colori palestinesi. La stessa reazione si e' verificata tra gli ebrei olandesi allorche' una bandiera palestinese fu lasciata sventolare dal balcone di Gretta Duisenberg l'anno scorso. La risposta isterica a questo gesto simbolico non ha intimidito Gretta, ma ha, al contrario, rafforzato la sua determinazione a parlare contro l'oppressione del popolo palestinese da parte di Israele. Gretta ha fondato un gruppo di attivismo, Stop the Occupation, che mira ad educare il pubblico olandese sulla natura dell'occupazione israeliana della terra palestinese ed a cambiare la politica olandese nell'area. Nel gennaio 2003 ha visitato i Territori palestinesi occupati, suscitando la risposta irata dei gruppi olandesi filo-israeliani.



    Come e' stata coinvolta nella campagna contro l'occupazione israeliana della Palestina?

    Nell'Aprile del 2002 ci fu una grande manifestazione ad Amsterdam contro le azioni israeliane nei Territori Occupati. In quel periodo, io ero in Germania (dove risiedo parte dell'anno) e vidi solo l'annuncio della manifestazione. Ordinai una bandiera palestinese tramite il web e tornai ad Amsterdam per partecipare alla manifestazione. Lungo il tragitto di ritorno, incontrai due studenti di Jenin i cui genitori avevano fatto orribili esperienze. Nel periodo della manifestazione, gli eventi a Jenin si erano appena conclusi, ma continuava l'assedio israeliano alla Basilica della Nativita' di Betlemme. Fu tutto estremamente emozionante. Quando tornai a casa pensai: non e' abbastanza, devo fare di piu'. Poiche' dovevo partire, sistemai la bandiera palestinese sulla veranda del mio studio. Quando tornai dal viaggio, realizzai che la bandiera aveva causato grande scompiglio tra i miei vicini - ebrei. Alquanto strano, l'incidente fini' sulla stampa.

    Fui invitata ad una serie di discussioni da un gruppo di solidarieta' palestinese di Haarlem, e durante uno di questi incontri nacque l'idea di formare un movimento di solidarieta' a livello nazionale. Con alcuni attivisti ed alcune persone informate sull'argomento, formammo un gruppo che si occupasse dell'iniziativa. Miravamo a colmare l'enorme lacuna di notizie e di informazione tra il pubblico in relazione al conflitto israelo-palestinese. Miravamo inoltre a correggere l'attitudine occidentale di voler curare i sintomi senza considerare le cause dei problemi nell'area. Desideravamo ardentemente correggere la disinformazione contenuta nel solito ritornello: "fermare la violenza da entrambe le parti e tornare al tavolo dei negoziati". Dato il contesto del conflitto, cio' vorrebbe dire che i palestinesi avrebbero dovuto negoziare la loro liberta' con l'occupante. Israele non solo e' molto piu' forte militarmente ed economicamente, ma lo e' anche nel settore storico-culturale - di cio' sono responsabili molti secoli di Orientalismo. Il mondo occidentale si identifica facilmente con gli israeliani, che "sono come noi", e che hanno la stessa societa' "moderna". Doveva essere fatto qualcosa per correggere lo schiacciante vantaggio asimmetrico che Israele ha sempre posseduto. Infine doveva essere rettificata la gigantesca ingiustizia perpetrata contro i palestinesi. Essi hanno pagato a causa del senso di colpa occidentale per l'olocausto, con cui essi non avevano nulla a che fare. Ma l'Europa non deve permettere a quello stesso senso di colpa di ridurla al silenzio contro le disumane pratiche della politica israeliana.

    Il fardello piu' pesante per i palestinesi e' oggi l'occupazione della loro terra. La Risoluzione ONU 242 chiede ad Israele di ritirarsi dai territori occupati nel 1967. Sebbene la comunita' internazionale supporti questa risoluzione, l'Unione Europea e gli Stati Uniti, in particolare, hanno permesso ad Israele di ignorare questa risoluzione da piu' di 35 anni, di assediare quei territori, costruirvi insediamenti, rubare le sue risorse, come l'acqua, e rendere impossibile per i palestinesi una vita normale.

    "Stop all'occupazione" e' uno slogan che puo' essere compreso da tutti. Con la nostra petizione, indirizzata a tutti i governi dell'Unione Europea, al Parlamento Europeo ed alla Commissione Europea, cerchiamo di esercitare pressione su di loro affinche' si impegnino attivamente per la risoluzione del conflitto, piuttosto che seguire come servi gli Stati Uniti.

    Nel passato lei si e' occupata di altre cause, come ad esempio la guerra in Vietnam?

    Sono un'attivista da sempre. Mi sono impegnata in molte attivita' per la difesa dei diritti umani, dal movimento anti-apartheid del Sudafrica, alla lotta per l'indipendenza della Rhodesia, in cui scelsi di stare dalla parte di Joshua Nkomo, alla mobilitazione contro lo stazionamento in Olanda dei missili cruise con testate nucleari, fino al movimento, oggi, che si occupa di portare giustizia in Palestina, stabilendo frontiere sicure per tutti i popoli in questione, portando una risoluzione giusta alle sofferenze del popolo palestinese e aiutandolo a ricostruire i suoi territori devastati.
    Cosa scateno' la reazione ostile verso la bandiera palestinese sul suo balcone e quali argomenti furono usati per colpirla?

    I miei vicini, con cui andavo molto d'accordo, ne furono infastiditi. Mi chiesero di togliere la bandiera perche', secondo loro, esprimevo simpatia verso i kamikaze palestinesi. Avrei tolto la bandiera, dissi, solo dopo avergli parlato. Spiegai che avevo esposto la bandiera in segno di solidarieta' con il popolo palestinese e per nessun altra ragione. I miei vicini si irritarono e dissero che mi consideravano personalmente responsabile se fosse accaduto qualcosa ai loro figli che vivevano in Israele.

    Naturalmente cio' non era possibile; non potevo essere responsabile di un bel niente! A quel punto, diversi avvocati si impegnarono a denunciarmi per "anti-semitismo" ed "incitamento all'odio". Si noti, comunque, che gli anti-semiti mettono in discussione l'esistenza stessa degli ebrei, cosa che assolutamente io non faccio. Io giudico e, si', condanno le azioni di Israele. Sono disgustata da cio' che i palestinesi sono costretti a subire.


    Tolsi la bandiera, ma ricevetti una lettera che mi esprimeva simpatia con le seguenti parole: "Sembra che, proprio come il popolo palestinese, anche la sua bandiera debba essere bandita. Signora Duisenberg, daro' asilo politico alla sua bandiera". Quindi la bandiera fu portata in un tour di solidarieta' per l'Olanda fino a quando non fu rubata e bruciata da alcuni dei nostri oppositori. Dopo di cio', comunque, centinaia di bandiere palestinesi furono acquistate dai nostri sostenitori e vengono esposte ogni prima domenica del mese in tutta l'Olanda.

    La campagna "Stop all'occupazione" cerca di ottenere firme per una petizione. Cosa accadra' alla lista della petizione, e cosa mirate ad ottenere?

    La lista e' stata inviata due volte al governo olandese e ad altri capi di stato e di governo europei, al Parlamento Europeo ed alla Commissione Europea, e sara' inviata nuovamente con le firme aggiornate. Finora superiamo le 50.000 firme. Esse rappresentano un ampio spettro della societa' olandese, ed includono firme di ex-primi ministri ed individui altamente rispettati.

    Desideriamo che l'Europa eserciti pressione su Israele affinche' questo si ritiri oltre le frontiere del 1967, in obbedienza alle risoluzioni ONU, e che cooperi ad una giusta soluzione del problema dei profughi palestinesi.
    Ora che e' stata pubblicata la cosiddetta "road-map", secondo cui le frontiere dello stato palestinese dovranno essere negoziate nei prossimi due anni, la nostra azione diviene ancora piu' rilevante. Secondo noi, queste frontiere non hanno bisogno - o, meglio, - non dovrebbero essere piu' negoziate: sono gia' definite nella risoluzione 242. E, come ho gia' detto prima, quella risoluzione e' stata sempre supportata sia dall'Europa che dagli USA!

    Se e' unita, l'Europa non e' impotente: il Trattato di Associazione tra Israele ed U.E. - che garantisce ad Israele moltissimi vantaggi - potrebbe essere sospeso; cio' e' possibile se vi sono indicazioni di violazioni dei diritti umani (Art.1). Inoltre, l'Articolo 83 stabilisce che l'Europa puo' mettere fine a questo trattato se Israele violi il cosiddetto "principio territoriale" - questo asserisce che Israele non ha il permesso di esportare prodotti con il marchio "Made in Israel" se questi vengono prodotti al di fuori di Israele propriamente detto. Israele, invece, esporta prodotti dei Territori occupati contrassegnandoli con il marchio "Made in Israel", e cio' e' una violazione flagrante del Trattato (Art.83). Allo stesso modo, potrebbero essere sospese le linee aeree e navali. Infine, dovrebbe essere proibita la vendita ed il trasferimento di armi in Israele. Ma vi e' un argomento ancora piu' valido per mettere fine al trattato: continuare questo accordo rende l'Europa complice dell'occupazione e diminuisce la sua credibilita' nel suo obiettivo dichiarato di mirare alla giustizia ed al rispetto dei diritti umani nell'area.

    Vorrei sottolineare un'ultima cosa: mettere fine al Trattato non significa applicare delle sanzioni, ma solo che Israele sara' trattato come tutti gli altri stati, senza beneficiare dei grossi vantaggi di cui gode oggi, come ad esempio evitare il pagamento di una tariffa del 14%.

    A parte la petizione, quali altri obiettivi si pone la campagna? La campagna per il boicotaggio sta acquisendo slancio in Olanda?

    Noi non siamo un gruppo d'azione. Noi promuoviamo e stimoliamo delle attivita' e, in alcune, vi partecipiamo. Ad ogni modo, il nostro obiettivo primario e' quello di informare il pubblico, promuovere discussioni, influenzare la pubblica opinione e gli opinionisti, affinche' il loro supporto sia d'aiuto alla richiesta di coinvolgimento in Medioriente da parte di coloro che decidono. A questo scopo, organizziamo incontri informativi e simposi, cercando di sviluppare la discussione. Vogliamo mostrare le implicazioni dell'occupazione sulla vita dei palestinesi, e mostrare il loro dolore.

    Il boicottaggio dei consumatori e' uno strumento potente per tutti coloro che vogliano fare qualcosa di piu' che firmare una petizione. Ad ogni modo, in Olanda c'e' un ampio gruppo di persone che comincia a mettere in dubbio il suo supporto incondizionato verso Israele. E' in primo luogo a questo gruppo che stiamo cercando di indirizzarci - con i fatti, l'informazione ed il semplice slogan "Stop all'occupazione". E' un richiamo , ma anche, ne' piu' ne' meno, la richiesta dell'implementazione dei diritti basilari internazionali ed umani. C'e' qualcuno che puo' opporsi a questo?

    Per avere un boicottaggio efficace occorre che il paese di origine non venga nascosto agli acquirenti dei prodotti. Ora, gli israeliani cercano di nascondere la provenienza dei loro prodotti usando l'Olanda come "entrepot". Ci sono state discussioni con le compagnie che si prestano a questa falsificazione per nascondere l'origine dei prodotti israeliani?

    Per quello che ne so, la discussione su questo argomento non e' ancora cominciata> So che c'e' un gruppo che fa delle ricerche su questa pratica israeliana. So anche che questa pratica di "rimpacchettare e sostituire" avviene su larga scala. Fino a quale punto gli importatori siano coinvolti non lo so, ma la pratica e' comune.

    Lei ha dichiarato che le azioni israeliane nei Territori occupati erano peggiori dell'occupazione nazista dell'Olanda (escluso l'olocausto). Ci puo' fare degli esempi?

    Anche se la stampa la ha riportata cosi', la mia dichiarazione era di tenore differente. Qui c'e' un esempio lampante di informazione manipolata. Durante il mio viaggio nei Territori occupati e dopo un'emozionante visita a Jenin, un giornalista mi chiese al telefono: "Crede che sia possibile un paragone tra l'occupazione del 1940-45 e l'occupazione israeliana della terra palestinese?" Io risposi: si', escluso l'olocausto ed il fatto che l'occupazione israeliana e' durata sette volte piu' dell'occupazione nazista dell'Olanda. Il giornalista o il suo editore cambiarono le carte in tavola e si riferirono all' "occupazione nazista". Si da' il caso che questo giornalista sia l'ex-presidente dell'Organizzazione olandese-sionista. Non avrei dovuto rispondere alla domanda provocatoria di questo pseudo-giornalista. Davvero, non si puo' paragonare cio' che sta accadendo nei territori palestinesi con nient'altro al mondo. Chiunque si avventuri all'interno di questo conflitto finisce in una serie infinita di tabu' politici e questioni su cui non si deve fare parola. I sostenitori di Israele sanno che l'occupazione e' la causa primaria del conflitto, ma vogliono prestare attenzione ai sintomi, chiudendo gli occhi di fronte alle radici del conflitto. C'e' una distorsione premeditata di causa ed effetto.

    L'Olanda e la Gran Bretagna sono noti per essere instancabili difensori degli interessi israeliani in Europa. Sono questi i governi che bloccano l'Europa dal prendere misure piu' decisive e meno ambigue riguardo il conflitto in corso. Secondo lei, perche' il governo olandese adotta questa strategia?

    L'Olanda ha legami storici molto stretti con Israele, e cio' puo' essere spiegato da molti fattori. Primo, c'e' un senso di colpa. Durante la Seconda Guerra Mondiale, un numero piuttosto alto di ebrei olandesi furono portati nei campi di concentramento nazisti. Di 130.000 che erano, quasi due terzi non fecero ritorno a casa e quelli che tornarono non furono accolti a braccia aperte. Non fu fatto molto in termini di compensazione all'epoca. Questo senso di colpa, seppure giustificato, apre un serio dibattito sulla giustizia e la liberta' nell'approccio al problema palestinese. Secondo, dopo la guerra l'Olanda divenne una democrazia socialista e comincio' a guardare con simpatia agli esperimenti "socialisti" dei kibbutzim in Israele. Terzo, la politica estera olandese dopo la guerra ha avuto una forte connotazione atlantica. In altre parole, la tendenza pro-Israele dell'Olanda e' strettamente connessa all'orientamento filo-israeliano degli USA.

    Ora si vede che, dagli anni '80, la pubblica opinione e' maturata e la gente e' divenuta piu' consapevole del dramma palestinese e dei diritti umani in genere. Questa maturita' non viene ancora riflessa nei governi, anche se molti politici hanno firmato la nostra petizione.

    Molti olandesi della vecchia generazione sono molto filo-israeliani. Secondo lei questo entusiasmo si e' smorzato recentemente? E la nuova generazione, come vede Israele?

    Con la nostra azione abbiamo ricevuto tantissime lettere dagli olandesi, molte scritte da anziani, che non capivano e che si vergognavano dei loro precedenti ardori filo-israeliani. Molti semplicemente dicevano che non avrebbero mai osato esprimere criticismo, ma adesso, "se Gretta ha osato, anch'io posso osare". Tra i giovani c'e' molto piu' criticismo verso la leadership israeliana.

    E' solo una minoranza di ebrei olandesi che da' voce all'opposizione alla campagna "Stop all'occupazione"?

    Non dovremmo focalizzarci troppo su cio' che dicono gli ebrei olandesi. Ci sono olandesi che supportano la nostra azione ed altri che cercano di sabotarla. Tra i firmatari ci sono ebrei e non ebrei. Il supporto incondizionato per Israele si trova in una piccola ma rumorosa corrente olandese che include la destra cristiana. Questi gruppi cercano di instillare la paura paragonando ogni criticismo all'anti-semitismo. E' propaganda pura. E' inimmaginabile che gente che predica l'amore verso i propri simili possa deliberatamente chiudere gli occhi di fronte alle ingiustizie che i palestinesi subiscono da decenni.

    Un'ultima domanda. Se potesse chiedere agli attivisti che seguono la causa del Medioriente e della Palestina in particolare di fare qualcosa, cosa gli chiederebbe di fare? Secondo lei, qual e' l'azione piu' efficace per opporsi all'occupazione israeliana della Palestina?

    Gli chiederei di fare pressione sui loro governi, affinche' l'Unione Europea lotti per la giustizia, la pace ed i diritti umani in Medioriente. Come europei abbiamo la forza necessaria e il dovere morale di non inchinarci supinamente ai diktat dell'America.

  2. #2
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    Ottime informazioni...
    E, proseguendo..che cosa è il contrastato ritiro autonomo da Gaza da parte degli Ebrei se non il tentativo di "mettere le mai avanti" e far dimenticare al mondo la 242?
    E' un tentativo PRETTAMENTE EBRAICO... Ovvero SACRIFICARE UNA PICCOLA PARTE VOLONTARIAMENTE, PER SALVARE IL GROSSO DEL MALLOPPO.....
    Se la moglie di Duisemberg è anti-giudea perche non colpire lei?

  3. #3
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    Fatemi capire:
    1) L'Euro è una creatura degli ebrei per strozzare l'Europa ariana
    2) Duisemberg è uno degli artefici dell'Euro
    3) Gli ebrei hanno avvelenato/affogato Duisemberg

  4. #4
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    Sono in uno stato confusionale assurdo.
    Quando le armi saranno fuorilegge, solo i fuorilegge avranno le armi

  5. #5
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    Assioma numero uno della filosofia nazifascista: c'entrano sempre gli EBBBBBBBBBBREI (mi raccomando non dimenticare nemmeno una b di quelle che ho inserito).

    Assioma numero due della filosofia nazifascista: gli EBBBBBBBBBBREI controllano tutto.

    Assioma numero tre della filosofia nazifascista: dietro ogni fatto storico, importante o meno, c'è un EBBBBBBBBBBREO o un complotto Plutogiudaico (manco Walt Disney avrebbe partorito una cosa del genere).

    Sto compilando una lista di assiomi e teoremi riguardanti la filosofia nazifascista, si accettano suggerimenti!

  6. #6
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    Assioma numero quattro della filosofia nazifascista: se qualcuno attacca la filosofia nazifascista è un EBBBBBBBBBBREO.

  7. #7
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    Originally posted by Pirrone
    chiudi la bocca ebbbbreo, le tue teorie anticomplottiste sono troppo raffinate e pericolose, rischi di mandare tutto all'aria!
    Quali teorie anticomplottiste, sono vostro amico e vi aiuto a codificare la vostra filosofia

  8. #8
    Hanno assassinato Calipari
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    Originally posted by Rick Hunter
    Sono in uno stato confusionale assurdo.
    http://www.politicaonline.net/forum/...45#post2469145


  9. #9
    Giu' la maschera!
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    Originally posted by Pirrone
    sparisci, ebbbbbreo
    DuisenBERG non e' un cognome ebraico?
    Mr. Hyde


  10. #10
    Cavaliere d'oro
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    Originally posted by Pirrone
    chiudi la bocca ebbbbreo, le tue teorie anticomplottiste sono troppo raffinate e pericolose, rischi di mandare tutto all'aria!

    Finalmente hanno gettato la maschera
    Quando le armi saranno fuorilegge, solo i fuorilegge avranno le armi

 

 
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