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    Massoneria: Documenti Massonici e Scomuniche della Chiesa

    Vorrei riaprire una discussione,altrove censurata e ridicolizzata,che mi sembra interessante per tutti !


    Massoneria: Documenti Massonici e Scomuniche della Chiesa

    Bolla di Papa Clemente XII
    del 28 Aprile 1738.
    .
    Bolla emanata da Papa Clemente XII il 28 Aprile 1738, a venti anni di distanza dalla costituzione della Massoneria ufficiale, avvenuta in Londra nel 1717 (nota: rilevata dal libro Massoneria e Chiesa Cattolica, Aldo Chiarle, fonte massonica).

    "-Condanna della società e delle associazioni segrete dette dei Liberi Muratori, sotto pena di scomunica immediata per questo solo fatto ...
    (Punto 2) ... così per sbarrare la via tanto larga alla perpetuazione non punita dell'ingiustizia, anche in base ad altri motivi a noi noti, giusti e legittimi, abbiamo ritenuto giusto e abbiamo deciso di condannare e proibire le dette società, circoli, associazioni segrete, assemblee o bande clandestine note col nome di massoni ..., dopo aver interrogato la valentia di alcuni nostri Venerabili Fratelli, dei Cardinali della Santa Romana Chiesa come pure data la sicurezza raggiunta e la matura riflessione nella nostra sede e dalla pienezza del nostro potere apostolico così come noi li condanniamo e proscriviamo mediante questa nostra Ordinanza valevole per l'eternità.

    3) Perciò, ordiniamo ad ogni singolo ed a tutti i fedeli cristiani - quale sia il loro stato, il
    loro grado, la loro origine, il loro ordine, nobiltà, preminenza, siano essi laici o religiosi, appartenenti essi ad un ordine laico o religioso, più o meno autorevole - ed in virtù della
    Santa Obbedienza che nessuno, sotto qualsiasi causa o pretesto, abbia l'audacia o la libertà di iscriversi nella detta società dei Massoni - o come altro possa chiamarsi - oppure diffonderla, appoggiarla, favorirla, accoglierla e nasconderla nei suoi edifici o abitazioni o altrove, farsi iscrivere oppure assistere ad una riunione, procurare né occasione né comodità per cui essi possano trovarsi in un posto qualsiasi, fornire loro una mano servile o consigli, aiuti o favori, in pubblico o in privato, direttamente o indirettamente, di per sé o attraverso un qualsiasi altro mezzo; ed ugualmente ordino che nessuno inciti altri, li istighi, li inviti, li persuada ad iscriversi a simili associazioni, ad aggiungersi loro, a tollerarle, ad assistervi, ad aiutarle in qualsiasi modo o a proteggerle, ma ordino loro di astenersi assolutamente da tali compagnie, assemblee, riunioni segrete, e dai loro nascondigli, sotto pena di scomunica per tutti i suddetti trasgressori, che vi incorrono per il solo fatto, senza altra spiegazione, e da questa scomunica nessuno potrà ricevere la grazia dell'assoluzione, se non da noi o dal Papa
    allora regnante.

    4) ... Pertanto nessuno osi contestare la nostra presente dichiarazione, scomunica, ordine, divieto ed interdizione o opporvisi con temerarietà."

    Enciclica di Papa Leone XIII
    "Humanum Genus", del 20 Aprile 1884.

    " ... ma ai nostri tempi i partigiani della città malvagia ispirati e aiutati da quella società, che largamente diffusa piglia il nome di Società Massonica, pare che tutti cospirino insieme, e tentino le ultime prove.
    Imperocché senza più dissimulare i loro disegni, insorgono con estrema audacia contro la sovranità di Dio; lavorano pubblicamente e a viso aperto a rovina della Santa Chiesa, con proponimento di spogliare affatto, se fosse possibile, i popoli cristiani dei benefizi recati al mondo da Gesù Cristo nostro Salvatore...
    In sì grave rischio, in sì fiera ed accanita guerra al Cristianesimo, è dover Nostro mostrare il pericolo, additare i nemici, e resistere quanto possibile ai disegni e alle arti loro ... Chi fosse e a che mirasse questo capitale nemico ... lo compresero tosto i Romani Pontefici Nostri Antecessori, vigili scolte a salute del popolo Cristiano; e antivenendo col pensiero l'avvenire, dato quasi il segnale, ammonirono Principi e popoli non si lasciassero ingannare dalle astuzie e trame insidiose. -- Diede il primo avviso del pericolo Clemente XII (Cost. In Eminenti, 24 Aprile 1738); e la Costituzione di lui fu confermata e rinnovata da Benedetto XIV (Cost. Ecclesiam a Jesu Christo, 13 Settembre 1821); poi Leone XII con l'Apostolica Costituzione Quo Graviora (Cost. in data 13 Marzo 1825), abbracciando in questo punto gli atti e i decreti dei suoi Antecessori, li ratificò e suggellò con irrevocabile sanzione.
    Nel senso medesimo parlarono Pio VIII (Encicl. Traditi, 13 Maggio 1829), Gregorio XVI (Encicl. Mirari, 15 Agosto 1832) e più volte Pio IX (Encicl. Qui Pluribus, 9 Novembre 1846; Alloc. Multiplices inter, 25 Settembre 1865, ecc.).
    Imperocché da fatti giuridicamente accertati, da formali processi, da statuti, riti, giornali massonici pubblicati per le stampe, oltre alle non rare deposizioni dei complici stessi, essendosi venuto a chiaramente conoscere lo scopo e la natura
    della sètta massonica, quest'Apostolica Sede alzò la voce, e denunziò al mondo, la sètta dei Massoni ...
    Di che irritati i settari e credendo di poter, parte col disprezzo, parte con calunniose
    menzogne sfuggire o scemare la forza di tali sentenze, accusarono d'ingiustizia o di
    esagerazione i Papi, che le avevano pronunziate.
    ... Imperocché ... nel giro di un secolo e mezzo la Società Massonica propagossi con incredibile celerità; e traforandosi per via di audacia e d'inganni in tutti gli ordini civili,
    incominciò ad esser potente in modo da parer quasi padrona degli Stati.
    Da sì celere e tremenda propagazione ne sono seguiti a danno della Chiesa, della potestà civile, della pubblica salute, quei rovinosi effetti, che i Nostri Antecessori gran tempo innanzi avevano preveduti ...
    Ora poi, ad esempio dei Nostri Predecessori, Ci siamo risoluti di prender direttamente di mira la stessa società Massonica nel complesso delle sue dottrine, dei suoi disegni, delle sue tendenze, delle sue opere, affinché, meglio conosciutane la malefica natura, ne sia schivato più cautamente il contagio.
    Varie sono le sètte ... differenti di nome ... ( che ) ... convengono in sostanza con la sètta dei Framassoni, quasi centro comune, da cui muovono tutte e a cui tutte ritornano.
    Imperocché la legge del segreto vi domina e molte sono le cose, che per inviolabile statuto debbonsi gelosamente tener celate, non solo agli estranei, ma ai più dei loro adepti: come, ad esempio, gli ultimi e veri loro intendimenti; i capi supremi e più
    influenti; certe conventicole (a) più intime e segrete; le risoluzioni prese, ed il modo ed i
    mezzi da eseguirle.
    A questo mira quel divario di diritti, cariche, offici tra soci; quella gerarchica distinzione di classi e di gradi, e la rigorosa disciplina che li governa. Il candidato deve promettere, anzi d'ordinario, giurare espressamente di non rivelare giammai e a nessun patto gli affiliati, i contrassegni, le dottrine della sètta. Debbono inoltre gli iscritti promettere ai loro capi e maestri cieca ed assoluta obbedienza: che, ad un minimo cenno, ad un semplice motto, n'eseguiranno gli ordini ...
    La ragione adunque evidentemente condanna le sètte Massoniche e le convince nemiche della giustizia e della naturale onestà. ... Or della Massonica sètta esiziali ed acerbissimi sono i frutti (Matteo 7:18) ... supremo intendimento dei Framassoni esser questo: distruggere da capo a fondo tutto l'ordine religioso e sociale qual fu creato dal Cristianesimo...
    Questo per altro, che abbiamo detto o diremo, và inteso della sètta Massonica considerata in sé stessa, e in quanto abbraccia la gran famiglia delle affini e collegate società; non già dei singoli suoi seguaci. Nel numero dei quali può ben essere ve ne abbia non pochi , che, ... non piglino parte direttamente alle male opere di essa, e ne ignorino altresì lo scopo finale.
    ... Ora abbattuto o scalzato questo supremo fondamento (Nota: il Santo Padre parla della esistenza di Dio), forza è che vacillino anche molte verità di ordine naturale, come la libera creazione del mondo, il governo universale della provvidenza, l'immortalità dell'anima, la vita avvenire e sempiterna.
    Scomparsi poi questi ... princìpi di natura ... è agevole il vedere che cosa sia per
    addivenire il pubblico e il privato costume ... parliamo dei doveri che procedono dall'onestà naturale. Imperocché Iddio, creatore e provvido reggitore del mondo; la legge eterna, che comanda il rispetto e proibisce la violazione dell'ordine naturale; il fine ultimo degli uomini, posto di gran lunga al di sopra delle create cose, fuori di questa terra; son queste le sorgenti e i princìpi della giustizia e della moralità. I quali princìpi se... si tolgano via incontanente l'etica naturale non ha più né dove appoggiarsi né come sostenersi. E per fermo la morale, che sola ammettono i Framassoni, e che
    vorrebbero educatrice unica della gioventù è quella che chiamano civile e indipendente ossia quella che prescinde affatto da ogni idea religiosa. Ma quanto sia povera, incerta, e ad ogni soffio di passione variabile cotesta morale lo dimostrano i dolorosi frutti, che già in parte appariscono.
    Imperocché ovunque essa ha cominciato a dominare liberamente, dato lo sfratto all'educazione cristiana, la probità e integrità dei costumi scade rapidamente, orrende e mostruose opinioni levano la testa, e l'audacia dei delitti và crescendo in modo spaventoso.
    ... I Massoni, ripudiando ogni divina rivelazione, negano il peccato originale, e stimano non esser punto affievolito né inclinato al male il libero arbitrio ... E questa è la ragione, per cui vediamo offerte pubblicamente alle passioni tante attrattive ... ( e ) ... cercate avidamente tutte le lusinghe capaci di sedurre e addormentare la virtù. ... Imperocché gli uomini scaltriti ed accorti non trovando anime più docilmente servili di quelle già dome e fiaccate dalla tirannide delle passioni, vi fu nella sètta Massonica chi disse aperto e propose, doversi con ogni arte e accorgimento tirare le moltitudini a satollarsi di licenza: così le si avrebbero poi docile strumento ad ogni più audace disegno.
    ... Quanto al consorzio domestico ... il matrimonio non è altro che un contratto civile; può legittimamente rescindersi a volontà dei contraenti ... Nell'educare i figli non s'imponga religione alcuna: cresciuti in età ciascuno sia libero di scegliersi quella che più gli aggrada. Or questi princìpi i Framassoni li accettano senza riserva: e non pure li accettano, ma studiansi da gran tempo di fare in modo, che passino nei costumi e nell'
    uso della vita.
    Ad impossessarsi altresì della educazione dei giovinetti mira con unanime e tenace
    proposito la sètta dei Massoni. Comprendono bene essi, che quell'età tenera e flessibile lasciasi figurare e piegare a loro talento, e però non esserci espediente più opportuno di questo per formare allo Stato cittadini tali, quali essi vagheggiano.
    Quindi nell'opera di educare e istruire i fanciulli non lasciano ai ministri della Chiesa
    parte alcuna né di direzione, né di vigilanza: e in molti luoghi si è già tanto innanzi, che l'educazione della gioventù è tutta in mano dei laici; e dall'insegnamento morale ogni idea è sbandita di quei grandissimi e santissimi doveri, che l'uomo congiungono a Dio.
    ... Similmente l'altra impresa, in cui tanto si travagliano i Massoni, di atterrare i precipui fondamenti della morale, e di farsi complici e cooperatori di chi, a guisa di bruto, vorrebbe lecito ciò che piace, altro non è che sospingere il genere umano alla più abbietta e ignominiosa degradazione.
    ... Preghiamo poi e supplichiamo voi, Venerabili Fratelli, che cooperiate con Noi ad estirpare questo rio veleno, che largamente serpeggia in seno agli Stati. A voi tocca difendere la gloria di Dio e la salvezza delle anime; tenendo, nel combattimento, questi due fini davanti agli occhi, non vi mancherà coraggio né fortezza. Il giudicare quali siano i più efficaci mezzi da superare gli ostacoli, è cosa che spetta alla prudenza vostra. Pur nondimeno trovando Noi conveniente al Nostro ministero l'additarvi alcuni dei mezzi più opportuni, la prima cosa da farsi si è togliere alla sètta Massonica le mentite sembianze, e renderle le sue proprie, ammaestrando con la voce, ed eziandio con Lettere Pastorali, i popoli, quali siano di tale società gli artifizi per blandire ed allettare; quali la perversità delle dottrine e la disonestà delle opere.
    ... Conforme dichiararono più volte i Nostri Predecessori, chiunque ha cara quanto deve
    la professione cattolica e la propria salute, non si lusinghi mai di poter senza colpa iscriversi, per qualsivoglia ragione, alla sètta Massonica.
    Niuno si lasci illudere alla simulata onestà; imperocché può ben parere a taluno che i Massoni nulla impongano di apertamente contrario alla fede e alla morale: ma essendo essenzialmente malvagio lo scopo e la natura di tali sètte, non può essere lecito di darvi il nome, né di aiutarle in qualsivoglia maniera.
    ... E' necessario in secondo luogo con assidui discorsi ed esortazioni mettere nel popolo l'amore e lo zelo dell'istruzione religiosa: e a tal fine molto raccomandiamo, che con ragionamenti opportuni a voce e in iscritto si spieghino i princìpi fondamentali di quelle santissime verità, nelle quali consiste la cristiana sapienza. Scopo di ciò è guarire con l'istruzione le menti, e premunirle contro le molteplici forme degli errori, e i vari allettamenti dei vizi, massime in questa grande licenza di scrivere ed insaziabile brama
    d'imparare.
    ... può anche sperarsi questo prezioso frutto, di ricondurre gli animi alla libertà, alla
    fraternità, alla uguaglianza: non quali va sognando assurdamente la sètta Massonica,
    ma quali Gesù Cristo recò al mondo e Francesco nel mondo ravvivò. La libertà diciamo
    dei Figliuoli di Dio, che affranca dal servaggio di Satana e dalle passioni, tiranni pessimi: la fraternità, che da Dio piglia origine, creatore e padre di tutti: l'uguaglianza che, fondata sulla giustizia e carità non distrugge tra gli uomini tutte le differenze, ma dalla varietà della vita, degli offici, delle inclinazioni, forma quell'accordo e quasi armonia, voluta da natura a utilità e dignità del civil consorzio ...
    ... Dato a Roma, presso San Pietro, il dì 20 Aprile 1884, anno VII del Nostro Pontificato.

    Leone PP. XIII ".

    Enciclica di Papa Leone XIII
    "Dall'Alto", del 15 Ottobre 1890.

    "Agli Italiani, sulla guerra che si fa alla Chiesa.

    Dall'Alto dell'Apostolico seggio, dove la Provvidenza divina Ci ha collocato per vegliare alla salvezza di tutti i popoli, il Nostro sguardo sovente si posa sopra l'Italia,
    nel cui seno Iddio per atto di singolare predilezione ha posto la sede del Suo Vicario, e dalla quale peraltro Ci vengono al presente molteplici e sensibilissime amarezze...
    ... oltreché dell'Indipendenza e dignità della Santa Sede, trattasi della
    stessa Religione e della salute di tutta una nazione, e di tal nazione, che
    fin dai primi tempi aprì il seno alla Fede cattolica e conservolla in ogni
    tempo gelosamente.
    Sembra incredibile, ma è pur vero:
    siam giunti a tanto da dover temere
    per questa nostra Italia la perdita della Fede...
    ... Come non fa tregua il nemico, così non conviene rimanere silenziosi od
    inerti né a Noi né a voi ... Pastori... del gregge di Cristo, pel quale
    dobbiamo esser pronti, se fia d'uopo, a tutto sacrificare, anche la vita.
    Non diremo cose nuove, perché i fatti, quali accaddero, non si mutano...
    Il sistema non è nuovo: ma è nuova l'audacia,
    l'accanimento, la rapidità con cui si va ora attuando.
    È il piano delle sétte, che si svolge ora in Italia, specialmente nella
    parte che tocca la Chiesa e la Religione cattolica, collo scopo finale e
    notorio di ridurla, se fosse possibile, al niente. Ora è superfluo fare il
    processo alle sétte che diconsi massoniche: il giudizio è già fatto; i fini,
    i mezzi, le dottrine, l'azione, tutto è conosciuto con certezza
    indiscutibile. Invasate dallo spirito di Satana, di cui sono strumento,
    ardono, come il loro ispiratore, di un odio mortale ed implacabile contro
    Gesù Cristo e l'opera sua; e fanno ogni lor potere d'abbatterla od
    incepparla.
    Questa guerra al presente si combatte più che altrove in Italia, dove la
    Religione cattolica ha gittate più profonde radici, e soprattutto in Roma,
    dove è il centro della cattolica unità e la Sede del Pastore e Maestro
    universale della Chiesa...
    Giova riprendere fin dalle prime le diverse fasi di questa guerra. Si
    cominciò col rovesciare sotto colore politico il Principato Civile dei Papi:
    ma la caduta di esso nelle intenzioni segrete dei veri capi, apertamente poi
    dichiarate, doveva servire a distruggere o almeno tenere in servitù il
    supremo potere spirituale dei Romani Pontefici...
    ...Più tardi si volle esteso anche ai chierici l'obbligo del servizio
    militare, colla necessaria conseguenza di ostacoli gravi e molteplici
    frapposti alla recluta e alla conveniente formazione anche del Clero
    secolare. Si misero le mani sul patrimonio ecclesiastico, parte
    confiscandolo assolutamente, e parte caricandolo delle più enormi gravezze,
    a fine d'impoverire il Clero e la Chiesa, e privar questa dei mezzi di cui
    abbisognava quaggiù per vivere e promuovere istituzioni ed opere in aiuto
    del suo divino apostolato(a). Lo hanno apertamente dichiarato gli stessi
    settari: Per diminuire l'influenza del clero e delle associazioni clericali,
    un solo mezzo efficace è da impiegare: spogliarli di tutti i loro beni e
    ridurli ad una povertà completa.
    D'altra parte l'azione dello Stato è tutta diretta per sé a cancellare dalla
    nazione l'impronta religiosa e cristiana... Alla famiglia si è sottratta la
    sua base e la sua costituzione religiosa col proclamare quello che chiamano
    matrimonio civile e coll'istruzione che si vuole al tutto laica, dai primi
    elementi fino all'insegnamento superiore delle Università: di guisa che le
    nuove generazioni, per quanto dipende dallo Stato, sono come obbligate a
    crescere senza alcuna idea di Religione; digiune affatto delle prime ed
    essenziali nozioni dei loro doveri verso Dio. È questo un mettere la scure
    alla radice, né saprebbe immaginarsi mezzo più universale e più efficace per
    sottrarre all'influenza della Chiesa e della Fede la società, la famiglia,
    gl'individui. Scalzare con tutti i mezzi il clericalismo (ossia il
    cattolicismo) nelle sue fondamenta e nelle stesse sue sorgenti di vita, cioè
    nella scuola e nella famiglia, è la dichiarazione autentica di scrittori
    massonici.
    Si dirà che ciò non avviene solo in Italia, ma che è un sistema di governo,
    al quale gli Stati generalmente si conformano. Rispondiamo che questo non
    distrugge, ma anzi conferma quanto Noi diciamo degl'intendimenti e dell'
    azione della Massoneria in Italia. Sì, quel sistema è adottato e messo in
    uso dovunque la Massoneria esercita la sua ampia e nefasta azione, e poiché
    questa è largamente diffusa, così quel sistema anticristiano è pur
    largamente applicato. Ma l'applicazione ne addiviene più rapida e generale e
    si spinge più agli estremi in quei paesi i cui governi sono più sotto l'
    azione della setta e meglio ne promuovono gl'interessi.
    E per mala sorte
    nel numero di questi paesi
    è presentemente la nuova Italia...
    Non è da oggi che essa soggiace all'influsso empio e malefico delle sètte:
    ma da qualche tempo queste, addivenute assolutamente dominanti e
    strapotenti, la tiranneggiano a lor talento. Qui l'indirizzo della pubblica
    cosa, per ciò che concerne la religione, è tutto conforme alle aspirazioni
    delle sètte: le quali, per attuarle, trovano nei depositari del pubblico
    potere fautori dichiarati e facilmente docili strumenti.
    Le leggi avverse alla Chiesa e le misure per essa offensive sono prima
    proposte, decretate, risolute in seno alle adunanze settarie, e basta che
    una cosa qualunque abbia una cotale, sebbene lontana, apparenza di far onta
    o danno alla Chiesa, per vederla incontanente favorita e promossa...
    ... il significato è che si vuole ora sostituire alla Fede cattolica la
    libertà più assoluta di esame, di critica, di pensiero e di coscienza, e si
    sa bene ciò che significhi in bocca dei settari un tal linguaggio. Vennero a
    mettere il suggello le dichiarazioni più esplicite fatte pubblicamente da
    chi è capo del governo(b), dichiarazioni che suonano appunto così: la lotta
    vera e reale, che il governo ha il merito di aver compreso, è la lotta tra
    la Fede e la Chiesa da una parte, il libero esame e la ragione dall'altra.
    Che la Chiesa cerchi pure di reagire, di incatenar di nuovo la ragione e la
    libertà del pensiero e di vincere. Quanto al governo, in questa lotta, si
    dichiara apertamente in favore della ragione contro la Fede, e si
    attribuisce come compito proprio di far sì, che lo Stato italiano sia l'
    espressione evidente di questa ragione e libertà; triste compito, che udimmo
    testé in occasione analoga audacemente riaffermato.
    Alla luce di tali fatti e di queste dichiarazioni torna più che mai evidente
    che l'idea maestra, la quale, per ciò che tocca alla religione, presiede l'
    andamento della cosa pubblica in Italia, si è la attuazione del programma
    massonico. Si vede quanta parte ne fu già attuata, si sa quanta ancora ne
    rimanga da attuare; e si può preveder con certezza che, fino a tanto che i
    destini d'Italia saranno in mano di reggitori settari o ligi alle sette, se
    ne spingerà l'attuazione più o meno rapidamente, secondo le circostanze,
    fino al più completo sviluppo. La loro azione ora è diretta a raggiungere i
    seguenti scopi, secondo i voti e le risoluzioni prese nelle loro assemblee
    più autorevoli, voti e risoluzioni tutte ispirate da un odio a morte contro
    la Chiesa. Abolizione nelle scuole di qualsiasi istruzione religiosa...
    Applicazione rigorosa di tutte le leggi in vigore dirette ad assicurare l'
    indipendenza assoluta della società civile dalle influenze clericali.
    Osservanza rigorosa delle leggi che sopprimono le corporazioni religiose ed
    uso di tutti i mezzi per renderle efficaci... Esclusione d'ogni elemento
    cattolico e clericale da tutte le amministrazioni pubbliche, dalle opere
    pie, dagli ospedali, dalle scuole, dai consigli nei quali si preparano i
    destini della patria, dalle accademie, dai circoli, dalle associazioni, dai
    comitati, dalle famiglie, esclusione da tutto, dovunque, per sempre. Invece
    l'influenza massonica deve farsi sentire in tutte le circostanze della vita
    sociale, e divenire padrona e arbitra di tutto. Con questo si spianerà la
    via all'abolizione del Papato; così l'Italia sarà libera dal suo implacabile
    e mortale nemico,
    e Roma che fu in passato il centro della Teocrazia universale, sarà nell'
    avvenire il centro della secolarizzazione universale,
    d'onde deve essere proclamata in faccia
    al mondo intero
    la Magna Charta
    della libertà umana.

    Sono altrettante dichiarazioni, aspirazioni e risoluzioni autentiche di
    frammassoni e delle loro assemblee.
    Senza esagerare punto, è questo lo stato presente e l'avvenire che si
    prevede per la Religione in Italia. Dissimularne la gravità sarebbe un
    errore funesto. Riconoscerlo qual è, ed affrontarlo con evangelica prudenza
    e fortezza, dedurne i doveri, che esso impone a tutti i Cattolici, e a noi
    specialmente, che come Pastori dobbiamo vegliare su di essi e condurli a
    salvezza, egli è entrare nelle mire della Provvidenza, e fare opera di
    sapienza e di zelo pastorale...
    Dato a Roma, presso San Pietro, il dì 15 ottobre 1890, anno XIII del Nostro
    Pontificato.
    LEONE PP. XIII."
    "Massoneria alla sbarra",
    ovvero: la Bibbia massonica.

    Da: "Massoneria alla sbarra, sue vere origini, sua vera essenza", di Tommaso
    Ventura, Ed. Atanor, 1961.

    " Prefazione.
    Molto è stato scritto pro e contro la Massoneria, ma sempre senza mai
    precisarne la reale origine e penetrarne la reale essenza. A colmare
    siffatta lacuna e a chiarire che la
    Massoneria, costituitasi a Londra nel 1717 ed attualmente professata, è
    fuori di
    quell'umanesimo, nel quale la Massoneria autentica fu concepita e fu fatta,
    abbiamo
    compilato questa esegesi massonica, frutto di un pensiero lungamente
    pensato, e la
    pubblichiamo senza la trepidanza dei dubbiosi e senza l'orgoglio dei
    presuntuosi, ma con la speranza che venga attentamente letta e
    spregiudicatamente accolta, e con l'altra maggiore speranza, quella che,
    sotto l'impulso della irresistibile forza della verità, la Massoneria
    attualmente professata s'induca a tuffarsi nelle pure sorgenti dell'
    umanesimo autentico, e di là dalla sua deformazione ritrovi se stessa;
    diventi una di pensiero, di lingua di azione, e, -suprema auctoritas-, possa
    e sappia essere d'intelligente sprone e d'illuminata guida alla umana
    famiglia, avviandola verso una vita di vera libertà, di vera uguaglianza, di
    vera fraternità.
    Roma, gennaio 1961.

    Tommaso Ventura.

    ...- Un libro rivelatore -
    Di tanti e tanti libri ... uno solo, per quello che io sappia ha rivelato la
    vera essenza
    intima della Massoneria ed ha determinato la vera origine di essa,
    precisandone il tempo
    ed il luogo di sua formazione onde ha reso possibile ricostruire il suo
    verace processo
    storico e giustificare la sua ragione di essere. Il libro rivelatore ... è
    di Ludovico Keller:
    s'intitola -Le basi spirituali della Massoneria e la vita pubblica-, e porta
    la sanzione della
    -Unione dei Massoni tedeschi-, che ne 1911 ne curò la pubblicazione per aver
    vinto il
    premio a concorso per il miglior lavoro -sulla essenza e sulla storia della
    Massoneria-.
    In esso è ben specificato che la Massoneria,
    in quanto alla sua essenza intima è prettamente -umanistica-,
    caratterizzando l'umanesimo le sue idee fondamentali; ed
    in quanto alla sua origine ebbe nascimento
    in Roma nel secondo secolo avanti Cristo,
    ... e precisamente ... con la formazione di -Unioni Culturali- a fondo
    iniziatico, delle quali ... il
    più notevole fu il -Circolo di Scipione-, così denominato, perché centro di
    esso fu Publio
    Cornelio Scipione Emiliano, il distruttore di Cartagine ...
    - Importanza della rivelazione di Keller -
    ... essa rivelazione ... avvertì con perfetta precisione che Massoneria ed
    umanesimo ...
    erano tutt'uno, tanto che a qualsiasi paese i massoni appartenessero, la
    loro dottrina
    veniva designata con la parola umanesimo; ed avvertì pure che l'umanesimo,
    che si
    identificava con la Massoneria, era proprio quello formatosi in Roma nel
    secondo secolo
    avanti Cristo: umanesimo, la cui concezione ideale ... non aveva alcunché di
    comune
    con ogni tipo di religione, ponendo esso in terra e non fuori della terra i
    fini della vita
    umana.
    - Massoneria ed Umanesimo -
    La Massoneria è infatti veramente umanesimo, tendendo essa alla -umanazione-
    intera
    dell'uomo, e come umanesimo va considerata sotto ogni rispetto ...
    - L'Umanesimo non ebbe origine dal rinascimento -
    E' perciò storicamente errato asserire ... che l'umanesimo ebbe origine da
    quel vasto e
    profondo movimento italiano di cultura, che fu designato con la
    parola -Rinascimento-,
    ed i cui due grandi termini furono Dante Alighieri che lo aprì, e
    Giambattista Vico che lo
    chiuse. Invero ... l'umanesimo apparve apertamente -due volte- in Italia, e
    cioè nel
    tempo in cui si formarono le Unioni culturali romane e nel periodo
    del -Rinascimento-.
    Il quale non fu che una voluta della spira, lo sviluppo sistematico e
    decisivo dell'umanesimo delle Unioni culturali romane, che ... non cessò mai
    di operare, anche quando dal tempo dell'Imperatore Giustiniano e per tutto
    il Medio Evo fu costretto dal predominio della Chiesa a vivere all'ombra
    delle Corporazioni di costruttori. Del resto lo stesso
    termine -Rinascimento- significa qualcosa che
    c'è stata già,
    che ha cessato temporaneamente di esserci,
    e che ritorna ad essere.

    (Nota: curiosa corrispondenza con le parole dell'Apocalisse riguardanti la
    Bestia... :
    "La bestia che hai veduta era, e non è, e deve salire dall'abisso e andare
    in perdizione. E quelli che abitano sulla terra i cui nomi non sono stati
    scritti nel libro della vita fin dalla fondazione del mondo, si
    maraviglieranno vedendo che la bestia era, e non è, e verrà di
    nuovo." -Apocalisse 17:8-)

    - La Massoneria nel suo divenire storico -
    Nel suo divenire storico la Massoneria si è palesata come l'organo attivo
    dell'umanesimo, come la milizia ordinata a guidare la umana famiglia ...
    alla conquista della libertà ... della libertà come adempimento della
    ragione disvelata a se stessa, perché lo scopo dell'uomo non è semplicemente
    vivere, bensì vivere secondo ragione, e cioè vivere non come strumento ma
    come essere libero, essendo la ragione in sé libertà, e non potendosi
    assoggettare ad altri se non restando autonoma.
    - L'opera della Massoneria -
    E per il conseguimento di questa libertà, ch'è il fine ultimo della storia
    umana ... la
    Massoneria molto ha operato e molto ancora dovrà operare nel tempo e nello
    spazio,
    debellando superstizioni, pregiudizi, preconcetti ideologici; illuminando la
    coscienza
    degli uomini; avviando i popoli sempre più verso la età in cui essi, sciolti
    da ogni dominio e tutela, siano misura di sé nel pensiero e nell'azione
    sotto una guida direttrice comune, la ragione.
    - La Massoneria è universale -
    La Massoneria pertanto è universale quanto la umanità; è una grande scuola,
    alla quale
    tutti debbono molto nel campo del pensiero e dell'azione...
    Essa è quindi sempre mobilitata per difendere i supremi valori umani, per
    forgiare i nuovi destini della umanità contro le forze oscurantistiche...
    - La Massoneria nacque con la lotta per la libertà -
    ... Nel fatto che cosa vuol dire essere liberi? Non certo il libero
    arbitrio, che è vuoto;
    neanche il determinismo che è un compromesso tra il libero arbitrio ed il
    fato, e neppure
    la libertà di esame che ogni uomo crede di possedere. Se la sensazione
    organica è la
    fonte di ogni idea fu ben detto che la libertà di esame è una gratuita
    affermazione, allorché manca la neutralità dell'osservatore, in quanto non i
    sensi sono bugiardi, ma le sensazioni che vengono elaborate nei centri
    coscienti dell'uomo, perché contraffatte dai pregiudizi che egli ha,
    storici, razziali, nazionali, familiari, scolastici, scientifici, morali,
    religiosi.
    La libertà è l'assoluta autonomia della ragione. Essere liberi ... vuol dire
    sottrarsi dalla
    schiavitù dei pregiudizi, delle superstizioni, dei preconcetti ideologici;
    vuol dire essere
    dominatori di ogni stato passionale, perché le passioni sono patologiche e
    morbose; vuol dire essere non semplicemente ragionevoli ma ragionanti; vuol
    dire considerare la propria semenza, non superare il termine della propria
    natura; vuol dire celebrare la signoria della ragione, perché fuori della
    ragione si trova la stupidità, la pervicacia, la mollezza, la licenza, la
    matta bestialità ... perché i popoli, quando hanno chiesto la libertà ...
    hanno inteso ottenere ... la signoria della ragione, sdegnosa di dommi, di
    sillabi, di quantità irrazionali. Vivere secondo ragione ... ecco tutto il
    contenuto vero della libertà individuale e politica.
    ... nell'Oriente, in luogo del pensiero, prevalsero la immaginazione e la
    fantasia, fattori
    della tradizione e basi di tutte le religioni.
    ... L'epicuresimo a sua volta ... considerò l'universo come il prodotto dell
    'incontro di
    atomi, indipendenti l'uno dall' altro, esistenti a se e per se, funzionanti
    per se ... Quindi
    combatté in primis tutto il sistema di errori, che tormentavano l'uomo: gli
    Dei, la morte
    l'oltretomba, affermando che non v'era capriccio divino, né divina
    provvidenza che potesse turbare l'ordine della natura; che non si doveva
    aver terrore della morte, non essendo essa che la dissoluzione degli atomi,
    con i quali svaporavano la personalità e la coscienza; che non si doveva
    pensare ad un oltretomba, perché dopo morte l'uomo ritornava quello che era
    prima di nascere: nulla.
    - L' attività delle Unioni Culturali Romane -
    Duplice ... fu l'attività esplicata dalle Unioni culturali romane.
    L'attività -palese- ebbe carattere prettamente letterario e fu
    rivolta a produrre una letteratura sia corretta nello stile artistico e
    nella lingua, sia come mezzo di affinamento intellettuale morale e civile
    dell' uomo;
    l' attività -recondita- fu altamente umanistica, esortando l'uomo
    a -purificarsi-; a non sciupare le proprie forze nel traffico, nelle
    commozioni violente e senzuali (nota: giusto -senzuali-), nel pesante
    cerimoniale religioso e ad agire nella vita non in subordinazione ad un
    altro uomo ma alla equità ed alla ragione ...
    -Perché fu recondita l'attività umanistica -
    (Nota a precisazione : "recondita" vuol dire: nascosta.)
    E fu recondita l'attività umanistica delle surriferite Unioni culturali
    romane, in quanto ...
    l'ambiente politico-religioso di allora non consentiva alcuna innovazione,
    tanto è vero che un senatoconsulto del 150 avanti Cristo aveva proscritto
    ogni dottrina eterodossa, come dissolvitrice del costume, della religione e
    dello Stato romani. Onde l'attività umanistica dové essere esercitata in
    luoghi sotterranei, detti -Latomie- e più propriamente -Logge-.
    - Roma, culla della Massoneria -
    In Roma dunque ebbe culla la Massoneria;
    e si deve essere sentitamente grati all'eminente Ludovico Keller, se, grazie
    alla sua dotta esegesi storica massonica,
    si può con legittimo orgoglio rivendicare la origine tutta italiana della
    Massoneria.
    - Dottrina delle Unioni Culturali Romane -
    Il principio fondamentale, che assunsero le Unioni culturali romane, fu il
    dovere che l'uomo dovesse riconoscere in ogni uomo il suo simile, che l'uomo
    dovesse vedere in tutti gli uomini se stesso, che l'uomo dovesse sentire nel
    proprio Io la umanità ... Esse cercarono d'indirizzare l'uomo a conoscere se
    stesso, giusta il classico -nosce te ipsum-; a purificarsi ed a
    perfezionarsi, liberandosi da tutti i turbamenti prodotti dalle false
    opinioni, dai pregiudizi, dalle superstizioni; contendendo nel dominio della
    ragione gli appetiti e le passioni, onde potesse sentirsi restituito al suo
    destino, alla sua libertà, nella vita, non oltre, e potesse agire in modo
    che la utilità personale s'identificasse con la comune utilità. Tale compito
    venne racchiuso nella espressione comprensiva -humanitas-, accompagnata con
    le parole ausiliarie -liberalitas-, -virtus-, -fraternitas- (libertà, virtù,
    fraternità), proprio le parole, che costituiscono la trilogia massonica,
    sintetizzante tutto un credo di alto contenuto umano; che furono poi il
    vessillo dato da Luigi Claudio di Saint Martin alla grande rivoluzione
    francese, e che è bene intendere nel loro vero concetto umanistico, perché,
    secondo la diversa determinazione di esso concetto, variano gli aspetti
    della vita umana nel campo civile, politico, economico, sociale.
    - La Massoneria non è associazione apolitica -
    Da quanto si è detto chiaro emerge che la Massoneria non è -come si crede-
    un'associazione apolitica, perché essa è una -forza critica- che, al lume
    della dottrina umanistica, ha operato ed opera simultaneamente sugl'
    individui e sulle istituzioni:
    sugl'individui, elevandoli ad una sempre più perfetta conoscenza per
    il conseguimento
    di una piena libertà:
    sulle istituzioni, sospingendole verso forme più progredite, più
    umane, più altamente sociali.
    Essa educa e guida i suoi adepti a formarsi una coscienza politica d'
    ispirazione umanistica, e non permette a nessuno di separare nella vita l'
    arte delle cose politiche e sociali col pretesto d'isolarsi in una cultura
    superiore.
    D'altronde investendo la dottrina umanistica, in via di principio, tutti i
    problemi umani:
    religione, morale, diritto, economia, politica, scienze, letteratura, arte
    non può la
    Massoneria non avere una politica che non è quella dei più e cioè l'astuzia
    (arte Loyolesca), ma è pratica illuminata, che ricerca il vero e non rompe
    la tradizione; connette morale e diritto, non separabili in guisa veruna, e
    da tale connessione lascia derivare il Bene: il bene di ciascuno non
    separato dal bene di tutti.
    La politica massonica non è la piccola opportunità, che si adatta all'
    empirismo dell'abilità,
    ma è la sapiente opportunità che abbraccia anche la rivoluzione: la vede, la
    intima, la conduce al suo termine.
    La politica massonica non è la politica del singolo partito ... ma è l'
    azione politica che consiste nello spegnere opportunamente il lato mutevole
    e vecchio del diritto e nel
    ringiovanirlo opportunamente per appressarlo sempre al concetto puro,
    sincero ed
    immutabile del diritto medesimo;
    è l'azione politica che determina,
    secondo le presenti condizioni della civiltà,
    quale parte del diritto
    debba accompagnarsi con la forza,
    quale lasciarsi alla spontanea benignità degli uomini; è l'azione politica
    che, col codice eterno della ragione, tende a formare la opinione pubblica
    intorno alla soluzione dei vari
    problemi umani, studiando e vigilando perché vengano fuori e si discutano e
    si agitino
    quelle idee, che conducano alla conquista della libertà; è l'azione politica
    che ricerca la
    migliore convivenza in mezzo agli Stati e dentro agli Stati.
    Pertanto la Massoneria non è azione nel senso stretto della parola: essa è
    soprattutto pensiero;
    è anzi pensiero che prepara all' azione.
    Non parteggia ma è fuori e sopra i partiti, che sono sempre qualche cosa di
    limitato nella idea e nel fatto, nello spazio e nel tempo. Non ha
    protagonisti ed antagonisti: sta da sé...
    Come in un crogiuolo le scorie si depositano nel fondo e la materia si
    purifica, così in
    Massoneria i postulati delle varie scuole, i principii e le diverse fedi si
    purificano e si
    unificano in un ideale di perfezionamento umano, che conduce alla vera
    libertà e alla sincera giustizia.
    ... Essa prepara ed annunzia la nuova società,
    guidando intellettualmente gli avvenimenti in modo che la società nuova esca
    dalla antica con forza irresistibile di evoluzione rivoluzionaria, ben
    sapendo che nessuno può fermare la ruota della storia, e che quello che può
    sembrare sogno oggi, sarà realtà domani.
    - La Democrazia Massonica -
    La Massoneria costituisce quindi una democrazia illuminata e pensante, che
    senta di
    essere una quarta aristocrazia nelle successioni delle classi dirigenti:
    aristocrazia, che
    non è ritorno alle vecchie signorie, ma è la nobiltà, intellettuale aperta a
    tutti gli uomini e
    lontana dal volgo profano ... La democrazia massonica ... non pone veti
    anticipati di
    preconcetti di qualsiasi idea ...
    - Lo Stato Massonico -
    Del resto se la finalità della Massoneria è il raggiungimento della libertà,
    che è perfezione umana ... è conseguenziale che la convivenza di uomini
    massonicamente liberi non abbia bisogno di alcuna forma di ordinamento
    statale ...
    essa è per la soppressione dello Stato e per una vita in regime di piena
    libertà ... La Massoneria quindi sdegna lo Stato per la grazia di Dio; lo
    Stato con la irresponsabilità del Capo, sia questo un Sovrano ereditario o
    un Presidente di Repubblica ...

    - Governo dello Stato Massonico -
    ... lo Stato massonico esplica la sua attività a mezzo di un Governo
    non -ereditario- ma
    -elettivo- in ogni sua parte e funzione ...
    e questo Governo non può venire mai a mano di tutti,
    ma deve essere assunto dai sapienti ...
    Quindi non ogni cittadino può assumere la potestà del Governo, né questa può
    essere nelle mani del maggior numero: solo coloro che possiedono l'arte
    suprema di vita e di moralità, che non è patrimonio delle masse, debbono
    essere chiamati a dedurre la parola sapiente,
    ch'è la legge liberamente accettata da tutti, perché la legge va dedotta
    appunto con mente equilibrata sia dal responso dettato dalla ragione
    ragionante, sia dalla sentenza dettata dalla ragione di Stato.
    - Cosmopolitismo Massonico -
    La Massoneria è -cosmopolita-, perché il suo pensiero non è una classe ma l'
    uomo ...
    ... La -cosmopolitia- massonica indice un -centro- di città terrena, nel
    quale, rispettate le
    nazioni e le razze, l'uomo vi si presenta e vi si sente come uomo.
    Ivi non si potrà più dire: -o greco o barbaro-, né -civis romanus sum-, e
    neppure -o
    buddista, o ebreo, o cristiano, o maomettano- : ivi si dirà : -homo sum et
    ius humanum
    est mihi-.
    - L'istituto familiare -
    L'equilibrio giuridico trasforma il fondamento della famiglia, facendo
    basare l'istituto
    familiare non sull'interesse ma sull'amore, ch'è vivere in altrui.
    Corrotto questo primo seme di ogni umana compagnia, tutta l'atmosfera
    sociale si
    satura di veleno, e gli uomini con leggerezza vergognosa passano sull'onore,
    sulla fede,
    sulla veridicità, sul paese.
    La Massoneria quindi cerca di eliminare la contraddizione tra il matrimonio
    civile e la
    indissolubilità sacramentale con la istituzione del divorzio ...
    - La religione Massonica -
    Per quello che si attiene infine alla religione, la Massoneria, data la sua
    essenza umanistica, non può professare che la razionale religione della
    natura. La quale dalla legge intima delle cose fa derivare la morale, il
    diritto, la virtù, il dovere dei giusti cimenti e dei grandi sacrifizi, ed
    insegna a far libero ciò che le religioni rivelate insegnano a fare per
    paura delle leggi di Dio.
    - La Massoneria non è né 'deista' né 'atea' -
    Non è deista, in quando, credendo nella unità delle leggi inerenti alla
    Natura, dalla quale
    si muovono il pensiero e la storia,
    non crede né può credere nella esistenza
    di un Dio premondano ed ultramondano,
    che è stato oltrepassato dalla scienza;
    di un Dio spirito infinito, superiore
    ed estraneo alla Natura, creatore della Natura.
    Nulla di più assurdo è l'ammettere la esistenza
    di un Essere, che sia indipendente dalla
    Natura, che sia causa della Natura e che abbia
    influenza sulla Natura:
    causa ed influenza che sarebbero, per così dire, unilaterali e senza alcun
    nesso di reciprocità.
    Ammessa siffatta ipotesi, impossibile sarebbe il progresso, ch'è legge
    fondamentale
    dell'Umanesimo e quindi della Massoneria, perché per un solo atto della
    volontà di questo Dio si potrebbe indietreggiare di secoli; la storia non
    avrebbe più legame e sarebbe costituita dalle manifestazioni della volontà
    di questo Dio.
    La Massoneria non crede né può credere ad un Essere soprannaturale, non
    credendo né potendo credere ai fenomeni -innaturali-, che sarebbero le sole
    prove che potrebbero dimostrarne l'esistenza.
    La Massoneria è -naturalistica-, cercando la causa della natura nella
    natura, ed è -monistica-, trovando unica la causa della natura, che
    evolvendosi fa tutte le altre cose.
    D'altra parte la Massoneria non è -atea-, perché crede ... nella esistenza
    di una Legge
    immanente nella natura, Legge, che denomina -Grande Architetto dell'
    Universo-...
    - Il Grande Architetto dell'Universo -
    Il -Grande Architetto dell'Universo-, che nel rituale massonico s'invoca,
    non è
    indipendente dalla natura: esso è immanente nella natura, ed è ... quella
    condizione
    eterna, assoluta, universale, ch'è perciò -legge- e che, connettendo le
    cose, le ordina, ed
    ordinandole le architetta in modo da costituire quel tutto armonico, che
    chiamasi Universo, cioè organismo immenso, del quale ogni punto è centrale e
    periferico insieme: condizione che non è creatrice dell'Universo, ma
    organizzatrice dell'Universo, onde la designazione di Architetto. Essa è
    condizione imprescindibile, che pone la convenienza di ciascuna cosa con sé
    medesima, e costituisce la -necessità-, la -legge-, secondo la quale, se
    alcuna cosa è, tutto dev'essere e secondo quel determinato modo di essere...
    La natura è naturante, si causa e, causandosi, si evolve passando
    proporzionalmente da
    sé a sé, da sé come valore a sé come atto ...
    Questa -necessità- o -legge- variamente -ritmata-, immanente in tutto quanto
    costituisce
    la totale realtà conosciuta come -mondo- o -universo-, è stata del resto
    confermata e
    resa certa dai risultati delle ricerche ed esperienze atomiche, ricerche ed
    esperienze che
    non comportano appunto la idea di ciò che potrebbe essere denominato -Dio-.
    Nell'era atomica non c'è posto per un Dio persona,
    creatore e giudice, qual'è configurato dalle religioni,
    dalla rivelazione delle religioni positive.
    - Immutabilità ed immortalità della Legge Naturale -
    -Una- in tutte le cose, dal granito al pensiero, questa necessità o legge
    intima della natura, denominata massonicamente -Grande Architetto dell'
    Universo- ed operante come -attrazione- e come -repulsione-, non ha né forma
    né personalità ...
    Tutt'una con la natura, la detta necessità o legge è -immortale-, ed è tale
    immortalità, non altra, quella nella quale crede e deve credere la
    Massoneria, non comportando la sua dottrina umanistica, ch'è -naturalismo-,
    un mondo fuori e sopra di quello, di cui l'uomo fa parte.
    - Essenza e sopravvivenza dell'anima -
    Ne segue che per la Massoneria anche il problema dell'uomo di fronte al
    cosmo si risolve -naturalisticamente-, in quanto il principio vitale umano,
    che si suole chiamare -anima-, per la Massoneria si produce e si svolge dal
    corpo umano, ed è quella medesima -necessità-, che regola la natura ed ogni
    parte della natura.
    Esso non è qualcosa esistente in sé e per sé immateriale, non immedesimata
    col corpo e non sviluppantesi dal corpo; non è un inquilino o prigioniero
    del corpo che, entratovi in un dato giorno per adempiervi le funzioni del
    sentire, del pensare e del volere, ne esce in un dato momento per una vita
    migliore. Esso (nota: principio vitale) ... non è nel corpo per semplice
    concomitanza, ma per virtù del corpo stesso, e non può in ogni modo passarsi
    dal corpo. Esso ... è lo stesso corpo, riguardato relativamente alla sua
    funzione di vita.
    In prova di ciò la storia della chirurgia enumera vari casi, in cui
    individui, clinicamente
    morti, durante l'atto operatorio sono ritornati a vivere dopo la immersione
    (Nota : confermo "immersione") di sangue e di ossigeno nel corpo e la
    fregazione del cuore, che aveva smesso i suoi battiti.
    Ora non si può dire che in tali casi l'anima, come un semplice inquilino del
    corpo, n'era
    uscita e vi era rientrata a suo piacimento ...
    L'anima adunque è immedesimata col corpo; si sviluppa dal corpo; è la
    risultante di processi biologici, chimici e fisici: essa ... è una
    manifestazione dell'organismo umano, dal quale non può disgiungersi, nello
    stesso modo che la luce, il calore, l'elettricità sono inseparabili dal loro
    sostrato materiale. E ciò non può essere messo più in dubbio, essendo stato
    dalla fisica atomica sperimentalmente accertato che energia e materia sono
    tutt'uno: sono manifestazioni di un unica realtà, potendo essere trasformate
    indifferentemente l'una nell'altra ...
    Come pura funzione del corpo, l'anima quindi dura, finché dura il corpo, non
    più. Con la
    morte scompaiono i sensi e quindi le idee; l'uomo cessa di pensare, e di
    agire: tutto
    svanisce nel nulla.
    Il che esclude in modo assoluto
    la credenza nella immortalità dell'anima.
    La sopravvivenza dell'anima viene perciò negata dalla Massoneria, ripugnando
    essa alla ragione,
    perché, secondo ragione, la vita umana è tutta e sola in terra; con la morte
    non inizia alcun altra vita: la vita di un uomo è solo eternata con un opera
    degna della immortalità della gloria, perché il pensiero è la suprema forza
    della natura ed il suo grado non pure solleva l'uomo tra gli altri nella
    vita reale, ma lo raccomanda alla immortalità ed adempie nel solo modo
    possibile il desiderio di sopravvivere a noi stessi.
    - La Massoneria è indipendente da tutte le religioni -
    Professando la razionale religione della natura, priva di dubbi, di
    contraddizioni, di lacune, la Massoneria è indipendente da tutte le
    religioni cristiane e non cristiane, che, sotto la pressione dei grandi e
    spaventosi fenomeni della natura, generanti negli uomini paura e
    riconoscenza ... furono il prodotto dell'immaginazione e della fantasia,
    svolgentisi a spese della ragione e quindi in detrimento della essenza
    umana, attribuendo il potere del bene e del male ad una forza sovrumana, e
    sempre in difesa di un complesso di privilegi.
    Essa crede nella scienza, solamente nella scienza,
    fuori della quale non vede che ebbrezza e impostura,
    che tirano alla servitù: crede nella scienza, perché la scienza sola conduce
    alla libertà, ch'è l'adempimento del destino umano.
    La Massoneria è perciò, come la verità, di tutti i secoli e di tutti i
    paesi. Essa esercita un
    rito altissimo di religione non buddista, non egizia, non israelita, non
    pagana, non cattolica, non protestante, non maomettana, non di questo o di
    quel popolo, ma di religione unica, veramente universale ed eterna, perché
    universale ed eterna è la religione, che pone la fede nella Legge, che
    stabilisce la convenienza dell'essere con sé e che necessariamente non altro
    comanda se non di operare conforme a questa convenienza eterna delle cose.
    - La morale massonica -
    Per tanto, perché l'uomo informi a bene la sua condotta, non deve -secondo i
    principii
    massonici - cercare il comando fuori o sopra della ragione, ch'è la essenza
    in cui
    s'individua il soggetto umano; non deve prospettare la legge morale come un
    comando
    dall'alto, da una esistenza extra-mondana, soprannaturale, a cui debba
    inchinarsi.
    Il comando, a cui l'uomo deve obbedire, in quanto muove dalla ragione, fa sì
    che l'uomo da nulla possa essere turbato, da nulla possa essere deviato,
    perché, se può rovinare una morale fondata su un autorità esterna, non cade
    quella che sia tratta dalla coscienza umana.
    In siffatta obbedienza l'uomo sente la pienezza e la serena dignità della
    sua natura ragionevole; non si sente mai servo, ma signorilmente suddito,
    cioè libero, perché svolge coscientemente la sua natura e si fa consapevole
    artefice del suo destino.
    Eliminato il soprannaturale, la morale massonica è prettamente
    naturalistica: i diritti ed i
    doveri umani, i fini e le lotte umani sono legati alla terra; il destino
    dell'uomo è un
    semplice frammento del destino universale, la storia delle nazioni è un
    capitolo completivo della storia naturale.

    - L'obbligo di ciascun massone -

    Determinata la vera origine e la vera essenza della Massoneria, (nota: che
    essendo la frase di titolo del libro sta ad intendere che ciò che verrà
    detto qui di seguito è il risultato finale di tutto il lavoro...) non è dato
    ad alcun massone adottare per se stesso la dottrina di propria scelta.
    A ciascun massone corre l'obbligo assoluto di conformare alla verità
    accertata il proprio pensiero e la propria condotta per i migliori destini
    dell'umanità.

    (Nota: superfluo ogni commento!)
    - L' Enciclica -Humanum Genus- di (Papa) Leone XIII -
    ... rammenteremo quello che il Papa Leone XIII affermò nella
    enciclica -Humanum Genus- ... enciclica che fu il più celebre solenne
    documento antimassonico della Chiesa di Roma sull'argomento. In questa
    enciclica infatti il papa Leone XIII, rinnovando le precedenti condanne
    emesse dai suoi predecessori da Clemente XII a Pio IX, disse :
    -...I Framassoni tendono - e tutti i loro sforzi hanno questo unico fine - a
    distruggere dalle
    fondamenta qualsiasi disciplina religiosa e sociale, che sia nata dalle
    istituzioni cristiane, per sostituirla con una nuova conforme alle loro
    idee, ed i cui principii fondamentali e le leggi sono improntati
    al -Naturalismo- ... Posto questo principio, quando si tratta dei doveri
    verso Dio, o non ci annettono nessuna importanza, o ne alterano la essenza
    con opinioni vaghe o con sentimenti erronei. Essi negano che Dio sia autore
    di una qualsiasi rivelazione ... Per essi, al di fuori di quello che la
    ragione umana è in grado di comprendere, non esiste alcun dogma religioso,
    né alcun maestro, nella parola del quale si debba aver fede in nome del suo
    mandante ufficiale. -
    Il papa Leone XIII vide molto giusto; comprese che cosa fosse la Massoneria;
    ne svelò
    la fisionomia precisa; ne denudò le aspirazioni in termini inequivocabili.
    Essa conseguentemente lotta per l'attuazione della equità nelle varie forme
    della vita umana
    ... cercando di sostituire a qualunque religione ufficiale ed a qualunque
    chiesa dominante la laicità dei poteri e la libertà di coscienza ... La
    Massoneria autentica, sprezzante del dogma, non è una religione, e non è una
    corporazione, un'accademia, una setta, un partito. Essa insegna e guida;
    rivela una visione nuova della storia ... e porta la redenzione di tutti,
    non in cielo ma sulla terra.

    - Per la unificazione di tutte le logge -
    C'è da augurarsi che non sia lontano il giorno, in cui tutte le Grandi logge
    massoniche del mondo, rallignate sul tronco del vero umanesimo, se ne faccia
    una di fede, di pensiero, di lingua,
    ed abbia naturale sede centrale nella sua terra di origine, in Roma
    immortale,

    in cui le nazioni e le razze, dimentiche delle loro differenze etniche, si
    sentano congiunte nella suprema comunanza della Ragione, ed ogni uomo, di
    fronte all'atea cattolicità di un potere avverso alla libertà di coscienza e
    di pensiero, si senta artefice del proprio destino, all'ombra del prescritto
    dei padri : -salus hominum suprema lex esto-."
    Rituali del primo e del trentesimo grado,
    detto di "Cavaliere Kadosh".

    "Rituali si chiamano in Massoneria certi libretti segretissimi ed
    introvabili in commercio,
    dei quali l'articolo 534 degli Statuti generali proibisce non solo la
    lettura ma anche la
    stampa..." (Dall'introduzione del testo cattolico Rituali Massonici... edito
    dalla Tipografia Cattolica F. Chiapperini, in Roma anno 1874, pag.V.)
    (Nota: non risulta il nome di chi abbia curato questa edizione cattolica dei
    rituali. Penso fosse un membro dell'Ordine Gesuita, pertanto, quando dovrò
    far riferimento al lui lo chiamerò semplicemente:
    il Gesuita.)
    Nonostante l'alone (forse meglio dire la muraglia) di mistero che ha sempre
    circondato questi Rituali, la Chiesa Cattolica già da lungo tempo ne è
    venuta in possesso.
    Prosegue il Gesuita: "...Noi, grazie alla cortesia di persone le quali è
    inutile di qui nominare, ma alle quali ci è lecito di presentare i nostri
    ringraziamenti, noi possediamo tutti i trentatré Rituali stampati
    segretamente dagli stessi framassoni forastieri ed italiani: i quali, in
    questo secolo specialmente, noiati ed infastiditi di dover sempre ricopiare
    a mano i Rituali manoscritti, cominciarono, credendo di far bene (tutti
    siamo soggetti a sbagliare) a stamparli segretamente e, quello che è peggio,
    talvolta ancora clandestinamente, perché non ne giungesse la notizia neanche
    ai governi od alle biblioteche pubbliche, tirandone poche copie e
    custodendole gelosamente; senza riflettere che avendo essi così violato per
    primi i loro statuti e commesso -l'alto tradimento- di stampare i rituali,
    non avrebbero dovuto stupirsi se poi qualche copia ne fosse venuta in mani
    profane. Il che essendo ora accaduto, noi mettiamo volentieri il colto
    pubblico a parte del tesoro nascosto e cominciamo col pubblicare in questo
    libretto il Primo e l'Ultimo dei Rituali della Massoneria."
    Queste poche ma significative parole ci -mettono a parte-, cioè ci spiegano
    con chiarezza,
    quanto profondo fosse il mistero intorno a questi Rituali nel secolo scorso.
    .
    Sia questo, punto di riflessione per ogni mente sana.
    "...Lo so..." continua il Gesuita "...che i framassoni italiani, disgustati
    ed in parte ancora
    spaventati dall'essere usciti ora dalle loro unghie i Rituali vanno dicendo
    che questi sono rituali disusati e che presto si stamperanno i nuovi Rituali
    usati i quali non contengono né le empietà né le goffaggini dei vecchi e
    disusati. Ed io credo che i framassoni sono capacissimi di far questo ... Ma
    non potranno mai negare che i Rituali da noi ora pubblicati non siano stati
    in uso fino a ieri e che non lo siano mentre scriviamo; e molto meno
    potranno dare ad intendere a nessuno che la loro massoneria si abbia a mutar
    dall'oggi al domani unicamente perché loro hanno creduto o crederanno di far
    una nuova edizione dei Rituali -ad usum Delphini- e per corbellare la gente
    al lor solito. Ond'è che noi consigliamo lealmente i massoni del supremo
    Consiglio a non far questa spesa inutile della ristampa dei Rituali; giacché
    quand'anche essi stampassero il Catechismo del Bellarmino e il -de
    Imitatione- del Tommaso da Kempis, noi tanto e tanto non crederemmo lor
    niente; e tanto meno quanto più ci volessero vendere od anche regalare i
    loro Rituali nuovi. Noi crederemo sempre ai
    vecchi ed ai segreti e non mai a quelli che loro ci vorranno gentilmente
    favorire per
    iscambiarci le carte in mano... Del resto tutto ciò non serve: giacché, per
    ora, i Rituali che pubblichiamo sono gli ultimi stampati: concordano coi più
    antichi ed autentici di altre lingue: sono in uso ed in vigore in Italia: e
    perciò i signori framassoni, volere o non volere, bisogna che se li godano.
    Se poi loro in una nuova stampa... muteranno ai loro Rituali il pelo, non ne
    muteranno certamente il vizio e la dottrina loro massonica sarà sempre
    quella che nel Rituale di Primo grado appare vestita da agnello e che nel
    Rituale di trentesimo grado si scopre come una
    - Lupa che di tutte brame è carca;
    e molte genti fè già viver grame;
    vera bestia senza pace che rispinge la gente là dove il sol tace:
    ed ha natura sì malvagia e ria
    Che mai non empie la bramosa voglia
    E dopo il pasto ha più fame che pria
    Molti sono gli animali a cui s'ammoglia
    E più saranno ancor infin che il Veltro
    Verrà che la farà morir di doglia.
    Questi la caccerà per ogni villa
    Finché l'avrà rimessa nell'inferno
    Là donde invidia prima dipartilla.-"

    Il Gesuita nella sua predizione di una nuova stampa dei rituali fu
    profetico. Pochi anni dopo, infatti, la Tipografia Agnelli di Milano stampò
    tre libretti dei primi tre gradi massonici che data la loro purezza sembran
    tratti fuori dal Catechismo Cattolico.
    Il Gesuita continua la trascrizione dei veri Rituali e in fondo alla pag.
    XII in nota riporta:
    "Or ecco quello che si legge nel rituale segretissimo del 29 grado a pag. 48
    : -Quanto
    sarebbero degenerati i massonici misteri se, volendo tener dietro al
    programma 'del volgo dei massoni', l'iniziato non dovesse mai occuparsi né
    di politica né di religione.-
    E nel Rituale 22 a pag. 46, si dice : -La Società dei liberi muratori è da
    considerarsi in uno stato di permanente cospirazione contro i loro
    oppressori.- e nel Rituale 19 pag. 8 si aggiunge: -In fin dei conti la
    società dei liberi muratori è né più né meno che una
    cospirazione contro il dispotismo politico ed il fanatismo religioso."
    Inutile quindi ogni tentativo, anche attuale, di chiamar la Massoneria fuori
    dalla politica e dalla religione, dichiarandosi essi stessi, in questi veri
    Rituali stampati nel 1874, come una "cospirazione contro il dispotismo
    politico ed il fanatismo religioso."
    .
    Sia questo, punto di riflessione per ogni mente sana.
    E' pericoloso ritener innocuo ciò che non si vede. Chi infatti conosce o sa
    cosa sia
    veramente la Massoneria? E chi ne conosce gli affiliati? E chi è al corrente
    delle loro trame?
    E il politico, il magistrato, il legislatore massone,
    quanti danni procurerà al popolo
    in virtù del suo giuramento ?
    E il religioso? E' vaccinato da tal male? E come potrebbe? Non era Giuda
    Iscariota uno
    dei dodici? Non era egli uno scelto dal Cristo? "Non ho io scelto voi
    dodici? Eppure, uno
    di voi è un diavolo" (Giov. 6:70) dice il Cristo.
    Sempre a proposito della religione, capitolo VIII:
    "...la professione di tolleranza di tutti i culti... è il fondamento primo
    della Massoneria."
    E fin qui andrebbe bene. Andrebbe bene se non fosse che, come spiega il
    Gesuita:
    "Questa tolleranza infatti, non è già quella civile, politica ed
    amministrativa ... Ma è la tolleranza teologica e interna la quale consiste
    nel credere fermamente che tutte le religioni sono buone ossia cattive, allo
    stesso modo. Il che è un negarle tutte... Infatti secondo il Rituale del
    Ragon, il Venerabile, dopo interrogato il candidato :-Che cosa sia il
    Deismo-... dee ammaestrarlo così : -Profano: il Deismo o Teismo è la
    credenza dell'esistenza di Dio senza rivelazione e senza culto. Questa è la
    religione della ragione, quella dei grandi intelletti, quella che professerà
    tutto il mondo quando non formerà più che una sola famiglia, è la religione
    dell'avvenire: quella che è destinata a surrogare tutti i culti così
    numerosi che sfigurano la divinità sopra tutti i punti del globo.-"
    Prosegue il Gesuita: "Dal quale testo si ricava che il -Deismo-, cioè la
    negazione di ogni
    rivelazione di Gesù Cristo e di ogni culto, è la religione propria della
    Massoneria, la quale cerca di propagarla e renderla unica religione del
    mondo, distruggendo tutte le altre."
    Si sarà già notata la perfetta corrispondenza tra questa -profezia- del 1874
    e quanto asserito a tal proposito dal Tommaso Ventura nel suo testo, cioè la
    sua -esegesi massonica- datato 1961 che ho già riportato.
    E' fin troppo facile collegare la Massoneria, specificatamente in questo
    punto riguardo alla religione, e qualunque essa sia, alle parole dell'
    Apostolo Paolo ai Tessalonicesi:
    "Nessuno vi inganni in alcun modo! Prima infatti dovrà avvenire l'apostasia
    e dovrà esser rivelato l'uomo iniquo, il figlio della perdizione, colui che
    si contrappone e s'innalza sopra ogni essere che viene detto Dio o è oggetto
    di culto, fino a sedere nel tempio di Dio, additando sé stesso come Dio."
    (Seconda lettera, 2-4, versione CEI).
    .
    Una volta scopertone quest'intento la Massoneria minimizza.
    Il massone Marcel Valmy, nel suo testo "I Massoni" edito da Cantini nel
    1991, a pag. 28 riporta un passo del Grande Oriente di Francia, fonte questa
    tutt'altro che irrilevante:
    "Il postulato metaforico comune al -Grande Orient- e alla -Grande loge de
    France-, del 1922 (Nota: quasi ai nostri giorni), si accorda ben poco con il
    pensiero umanitario e tollerante; eccone ad esempio un brano: -Tessiamo con
    abili mani il sudario funebre nel quale un giorno verranno avvolte tutte le
    religioni del mondo! Verrà il tempo in cui il clericalismo sarà annientato e
    con esso scomparirà dalla faccia della terra la superstizione di cui è
    causa".
    Non mi stancherò di ripetere che una volta scoperti e svelati i segreti
    massonici, la massoneria corre ai ripari ammettendoli apertamente e
    dichiarandoli solo simbolici, come in questo caso infatti il Valmy dice :
    "...postulato metaforico..."
    .
    Sia questo, punto di riflessione per ogni mente sana.
    E' un dato di fatto certo e inoppugnabile che una delle mire ultime della
    Massoneria è la distruzione completa e totale di ogni forma di religione e
    di culto.
    A questo, e solo a questo mira la sua "tolleranza".
    Non si inganni dunque il Cristiano, l'Ebreo, l'Islamico, il Buddista, l'
    Induista, perché obiettivo finale della Massoneria è la distruzione completa
    e totale di ogni forma di culto e di religione, i quali culti e religioni
    dovranno essere sostituiti da quello del materialismo e della signoria
    totale ed unica della -ragione- intesa nel senso di -rifiuto del
    soprannaturale- .
    Dal libro dell'Apocalisse 20:4 : "... e vidi le anime di quelli che erano
    stati decollati per la testimonianza di Gesù e per la Parola di Dio, e di
    quelli che non aveano adorata la bestia né la sua immagine, e non aveano
    preso il marchio sulla loro fronte e sulla loro mano."
    La Massoneria ha stampato circa venti anni fa i rituali dei primi tre gradi.
    Non saprei dire se tali libri siano stati destinati al commercio nazionale
    oppure se fossero destinati ad una cerchia ristretta di lettori. Io comunque
    li ho letti e ne possiedo copia per cui presumo che fossero -ufficiali-.
    Nel testo Emulation Ritual edito dalla Società Erasmo di Roma nel 1976 e
    curato da
    Gualberto Ranieri si leggono i tre rituali dei primi tre gradi della scala
    massonica. Questi primi tre gradi sono quelli di: Apprendista, Compagno e
    Maestro.
    Prima di entrare nel vivo spendiamo qualche parola su queste edizioni, la
    Società Erasmo.
    La Società Erasmo è una casa editrice massonica, fondata nel 1962 dall'
    allora Gran Maestro Giordano Gamberini, della quale il Virgilio Gaito
    attuale Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia fece parte con la qualifica
    di consigliere, acquistando 60 delle 990 azioni poste in vendita.
    La Società Erasmo è quella che attualmente stampa la rivista La Massoneria
    oggi, della
    quale è direttore lo stesso Gaito. (Nota: ho scritto questo testo nel 1998)
    Tornando ai Rituali; gli Statuti massonici ne proibiscono la stampa, per cui
    è incomprensibile il perché si sia infranta questa regola. Si legge infatti
    testualmente nell'art. 533 che :
    "Capo 2 - Statuti Generali - Rituali...
    Art. 533 - La lettura dei rituali non può, senza profanazione, permettersi
    ai massoni, se non in ragione dei gradi rispettivamente posseduti. In
    conseguenza, la loro pubblicazione per mezzo della stampa è riguardata e
    punita come alto tradimento."
    Questo testo è tratto dal libro "Statuti Generali della Società dei Liberi
    Muratori del Rito
    Scozzese Antico e Accettato" pubblicati in Napoli nel 1820, con prefazione
    di Longino Valbia edito dal dott. Giovanni Bolla nel 1960, pag. 103.
    Se non altro la stampa di questi Rituali dimostra in modo inequivocabile
    come la Massoneria sia ligia al dovere verso le sue stesse leggi.
    -La tal cosa non si fa ... ma noi la facciamo lo stesso.-
    Serietà assoluta, quindi.
    Nel testo cattolico Rituali Massonici, già citato, si legge a pag III : "...
    Di questi -Statuti
    generali- noi conosciamo in Italia tre edizioni massoniche, tutte tre
    segretissime e
    napoletane: la prima del 1808, la seconda del 1820, la terza del 1874 ."
    Di nuovo la Chiesa Cattolica ci aveva già svelato questi segreti massonici
    molto prima che i "fratelli" si decidessero per la loro pubblicazione
    ufficiale.
    Dicevo quanto fosse strano che tali rituali fossero stati pubblicati.
    Ciò è avvenuto presumibilmente per -portare alla luce- questi aspetti
    nascosti della Massoneria in modo che non si debba aver più timore di chissà
    quali segreti custoditi da tale organismo. Tutto, adesso, viene rivelato e
    svelato apertamente.
    Tutto, salvo alcune piccole cose insignificanti, che proprio perché piccole
    e insignificanti
    attirano la nostra curiosità ed interesse.
    Dal testo attualmente in vigore "Emulation Ritual", e in relazione al Sacro
    Giuramento che fa l'Apprendista durante la sua candidatura (da pag.37):
    "...Io,... alla presenza del Grande Architetto dell'Universo... sinceramente
    e solennemente, prometto e giuro che sempre tacerò, celerò e giammai
    rivelerò alcuna parte o parti, punto o punti dei segreti o misteri propri o
    riguardanti i Liberi e Accettati Muratori nella Muratoria, sia che io li
    abbia conosciuti in passato, sia che mi vengano comunicati ora o in futuro,
    salvo che a uno o più Fratelli certi e regolari e neppure a lui o a loro, se
    non dopo la prova dovuta, ... Inoltre, prometto solennemente di non
    scrivere, di non porre su carta, di non scolpire, di non disegnare, di non
    incidere o altrimenti delineare tali segreti; né di indurre o tollerare che
    ciò sia fatto da altri e, anzi, per quanto mi sarà possibile, di impedire
    che altri compiano tali azioni su qualsiasi cosa, mobile o immobile, sotto
    la Volta Celeste, sì che nessuna lettera, carattere o figura possa diventare
    leggibile o intelleggibile a me stesso o a chiunque altro al mondo, al fine
    di impedire che le nostre arti segrete e i nostri misteri nascosti possano
    essere impropriamente conosciuti per colpa della mia imprudenza. Io
    solennemente giuro di
    osservare questi diversi punti senza accampare pretesti, equivoco o riserva
    mentale di
    sorta, pena, violando anche solo uno di essi, di avere la mia g.t. di t., la
    mia l.s.d.s.r. e
    s.s.l.r.d.m. a.l.d.b.m. o alla d.du.g.d.r. dove i.f. e r.d.m.a.r.d.v.o.
    24 o. oppure sotto la pena più efficace di essere additato come individuo
    colpevole di spergiuro, privo di valori morali e assolutamente indegno di
    essere accolto in questa rispettabile Loggia o società di uomini che stimano
    l'onore e la virtù al di sopra dei vantaggi esteriori del rango e della
    ricchezza. Che Dio mi aiuti e mi tenga saldo nel mantenere questo mio A. e
    S.G. che ho fatto come A.L.M."
    Tutto chiaro, come si vede, chiaro e -alla luce del sole-.
    Tutto, salvo alcune piccole cose insignificanti.
    Infatti: che cosa mai possono voler dire le frasi in codice "g.t.di t.",
    "l.s.d.s.r." e le altre?
    Io mi chiedo: perché è stata decisa la pubblicazione dei rituali ?
    E ancora: decidendo per la pubblicazione dei Rituali, perché mantenere il
    segreto proprio sul punto più oscuro e tenebroso di tutta la liturgia
    relativo, guarda caso, proprio alla pena a cui si soggiace volontariamente
    il candidato in caso di un suo tradimento?
    E siamo solo al primo grado, quello di Apprendista.
    Se le frasi in codice sono solo simboliche, come probabilmente sosterranno
    i -fratelli-, perché allora non scriverle per esteso ?
    Il fatto che tali frasi siano invece state codificate non comprova proprio
    che tali parole
    contengono segreti scottanti ?
    Forse non sono affatto simboliche ?
    Certo che il buon fratello si difenderebbe abbozzando un sorrisetto
    distratto e dicendo:
    "Beh! Questi sono solo piccoli e insignificanti segreti che ho giurato di
    non rivelare, ma vi assicuro che non v'è niente di cui dobbiate
    preoccuparvi, ciò fa solo parte di una semplice forma di liturgia."
    Bene! Ma ... vogliamo dare un occhiatina ai rituali che ci sono stati
    trasmessi dall'abate
    Capretta fin dal 1847? Ma sì, ... e diamogliela un'occhiatina !
    Nel suo testo del 1847, che è una raccolta su vari argomenti, l'abate
    Domenico Capretta
    include il testo Riti e cerimonie dei Liberi Muratori. A pag. 391 del libro,
    cioè pag. 33 del
    testo relativo alla Massoneria è riportato il giuramento dell'aspirante, che
    dice:
    "Iddio, Grande Architetto dell'Universo, che hai creato tutte le cose...
    (ecc. ecc.) ...
    accorda a me N.N. i talenti e i doni particolari necessari per mantener
    questo spirito di
    società, con cui possa compiere le funzioni, gli impegni, e gli obblighi, a'
    quali al presente sono per impegnarmi, implorando il tuo soccorso e la tua
    bontà. Prometto dunque, e giuro a te Iddio, ... di non rivelare giammai ad
    alcuno dei Profani i misteri della Società, i segni, i toccamenti, le
    parole, la dottrina, le cerimonie, tanto quelle che sono in uso dentro le
    Logge, quanto quelle che si consumano fuori di esse (Nota: -che si
    consumano...- strana terminologia); ma al contrario manterrò un profondo
    silenzio colla bocca, cogli scritti, coi segni, coi gesti, cosicché non
    adopererò la lingua, né caratteri, né geroglifici noti, o non noti, né
    pronunciando né stampando né incidendo o scolpendo su pietre, piante o
    metalli: in una parola prometto di non essere direttamente o indirettamente
    cagion del divolgamento di alcuno dè misteri della Società che mi saranno
    rivelati al presente a in avvenire. E a questi mi obbligo sotto la pena a
    cui mi soggetto nel caso che mancassi di parola, la qual si è che mi siano
    abbruciate le labbra con un ferro rovente, tagliata la mano e strappata la
    lingua. Che poi in qualche Loggia dei Fratelli Liberi Muratori durante tutta
    la cerimonia del ricevimento dei Fratelli Serventi resti appeso il mio corpo
    ad eterna vergogna della mia perfidia e al terrore degli altri. Al fine poi
    dell'Adunanza, che sia arso, e le ceneri spedite alle Principali Logge,
    acciocché gli altri Confratelli le veggano, e ne siano atterriti, dopodiché
    vengano sparse al vento, e in tal guisa si conservi fra tutti i Fratelli una
    memoria terribile del mio tradimento. Iddio aiutami, e questi tuoi Santi
    Vangeli..." (Nota : perché il giuramento viene fatto tenendo la mano sulla
    Bibbia aperta, precisamente sul Vangelo di Giovanni).
    Bruciate le labbra, tagliata una mano, strappata la lingua. Poi, durante
    tutta la cerimonia di ricevimento dei Fratelli Serventi il corpo resti
    appeso...a terrore degli altri.
    Domanda: il corpo vivo o morto? Certo che incuterebbe più terrore vedere il
    corpo di un
    uomo cui siano state bruciate le labbra, tagliata una mano e strappata la
    lingua ma ancora vivo. In quelle condizioni, poi, arso vivo.
    Diranno i fratelli che questa è solo simbologia, cruda quanto volete ma pur
    sempre una
    simbologia, pura e semplice simbologia. Forse è così. Forse è proprio così.
    Sfruttando comunque la nostra intelligenza e spinti dalla nostra curiosità,
    ugualmente
    vorremmo sapere che cosa significano quelle "frasi in codice" del testo di
    Emulation Ritual, che è il rituale attualmente in vigore nelle logge
    massoniche.
    G.t. di t., vuol forse dire "gola tagliata di traverso" ?
    E la frase l.s.d.s.r., vuol forse dire "lingua strappata dalla sua radice" ?
    Perché se cosi fosse ritengo ci sarebbe
    materiale sufficiente per far rispolverare il codice penale.
    Poi, qui prosegue il rituale: "... oppure, sotto la pena più efficace di
    essere additato come individuo colpevole di spergiuro...", e noi tutti,
    potendo scegliere tra l'avere la gola tagliata e la lingua strappata o
    essere additati come spergiuri sceglieremmo senz'altro la seconda soluzione,
    se non fosse che con probabilità questa aggiunta è stata messa lì a bella
    posta come uno specchietto per le allodole, perché se fosse vero che questa
    seconda è la pena più efficace, cioè peggiore, ne consegue che le frasi in
    codice precedenti sono più leggere, e se volete, chi preferisce, può
    crederlo.
    Personalmente lo escludo.
    Ma come è possibile dare credito alla possibilità che g.t.di t. possa
    significare gola tagliata di traverso?
    "Casualmente" mi è capitato sottomano un testo pubblicato recentemente
    (1991) scritto da un certo signor "N."nei primi anni del 1800.
    Il testo a cui mi riferisco è Rituali e Società Segrete, edito dalle
    edizioni Convivio, casa
    editrice strettamente collegata con la Nardini di Firenze, tanto che l'
    indirizzo è lo stesso.
    Tale testo è la trascrizione di molti documenti relativi a Società Segrete
    ritrovati alcuni anni prima presso l'Archivio di Stato di Firenze e
    risalenti intorno all'anno 1820.
    Questo ritrovamento fu fatto da massoni appartenenti alla Loggia Concordia
    di Firenze che ne curarono la prima edizione fuori commercio.
    Trascrivo un ringraziamento dalle prime pagine del libro : "La Nardini
    Editore ringrazia la R.L.M. Concordia di Firenze degli A.L.A.M. all'Or. di
    Firenze ...".
    Copertina, ultima pagina : "Un eccezionale collezione di documenti inediti,
    fedele ed
    accurata testimonianza dei rituali, dell'organizzazione e degli ideali delle
    più importanti
    società segrete. Raccolti ed ordinati da uno studioso introdottosi nei
    movimenti esoterici, e che ha voluto prudentemente celare la propria
    identità dietro l'anonima sigla - N. - , ..."
    Da questo testo il Giuramento dell'Apprendista è il seguente (da pag. 81):
    "Io giuro e prometto... (ecc. ecc.) ... di niente scrivere, disegnare,
    imprimere, o incidere,
    senza che ne abbia ricevuto espressa commissione e nella maniera che potrà
    essermi
    indicata. Prometto... (ecc. ecc.) ... Se io divenissi spergiuro, acconsento
    che mi sia tagliata la gola, strappato il cuore e le viscere, bruciato il
    corpo e ridotto in cenere, e le mie ceneri sparse al vento, e che la mia
    memoria sia in esecrazione a tutti i Massoni. Il Grande Architetto dell'
    Universo sia in mio aiuto."
    Quasi parola per parola come il giuramento che ci riporta l'abate Capretta.
    Ora io non sono avvocato e non so quanto legale sia un giuramento del
    genere, per quanto si tenti di farlo passare per -simbolico-.
    Sarebbe comunque auspicabile un indagine approfondita da parte delle forze
    dell'ordine per accertare se cadaveri rinvenuti in queste o simili
    condizioni nell'ultimo secolo e mezzo potessero aver avuto qualcosa a che
    fare con la Massoneria, e questo per tentare di stabilire, una volta per
    tutte, se tali giuramenti sono solo -simbolici- o se invece come dice il
    rituale del 1874 : "... in alcuni luoghi... sono ancora, delle terribili
    verità...".
    Obiettando, il "fratello", come questo giuramento sia solo simbolico
    (forse),
    non può sfuggire all'intelligenza normale che ciò comunque rèlega il
    candidato ad una posizione di servitù servile verso i suoi "maestri" da
    essere equiparata alla schiavitù vera e propria.
    Il candidato diventa così schiavo del suo "maestro".
    Ma andiamo avanti.
    Il -caso Morgan- avvenuto negli Stati Uniti nel 1826 è un caso di assassinio
    perpetrato
    dalla Massoneria che, poiché scoperto e accertato al di là di ogni dubbio,
    quindi ormai inoccultabile e innegabile, viene a tutt'oggi riconosciuto
    dalla Massoneria stessa semplicemente come un fatto -deplorevole- attuato
    da -troppo zelanti- membri massoni.
    Così dice il massone Marcel Valmy, nel suo libro I Massoni, edito da Cantini
    in Firenze nel 1991, che a pag. 24 precisa (notare i termini distratti):
    "... Avvenne che un certo William Morgan dichiarasse di voler pubblicare un
    libro in cui
    tutti i rituali e i simboli della Massoneria sarebbero stati disvelati.
    Alcuni massoni un pò
    troppo zelanti per impedirlo lo rapirono, e da quel giorno non fu più visto
    in giro."
    Così si esprime il Valmy, con questi termini aberranti: "...alcuni massoni
    un pò troppo
    zelanti ... lo rapirono".
    L'assassinio di un proprio confratello che dichiara di voler rivelare i
    segreti massoni viene descritto come un gesto un pò troppo zelante !
    Non so se sia più da temere l'assassinio stesso oppure le attuali parole di
    "comprensione" del Valmy.
    .
    Questa è la Massoneria !

    Scabrosi poi, i particolari del rapimento e dell'assassinio del Morgan.
    Si accusano di -eccesso di zelo- questi assassini, senza pur porre mente che
    nell'attuale
    Emulation Ritual, fin dal primo grado, si obbliga l'aspirante a dichiarare
    che "...Inoltre,
    prometto solennemente di non scrivere, di non porre su carta, di non
    scolpire, di non
    disegnare, di non incidere o altrimenti delineare tali segreti ; né di
    indurre o tollerare che
    ciò sia fatto da altri e, anzi, per quanto mi sarà possibile, di impedire
    che altri compiano
    tali azioni su qualsiasi cosa, mobile o immobile, sotto la Volta Celeste",
    il che significa
    che ogni massone ha l'obbligo di garantire il mantenimento dei segreti
    massoni "...per quanto mi sarà possibile...".
    E' conseguenza di ogni mente logica e razionale l'immaginare che questo "...
    quanto ... possibile" nel caso in cui l'aspirante sia disgraziatamente un
    puro e semplice delinquente possa avere dei risvolti inquietanti. E
    dico -disgraziatamente-, perché se in Massoneria si accettassero
    intenzionalmente delinquenti, qual altro motivo vi sarebbe se non di usarli
    come -braccio armato- ?
    Interessante notare come il simbologismo, secondo il rituali riferiti dal
    Capretta nel 1847 sia molto simile a quelli riferiti dal signor "N." nel
    testo dei primi '800 e pubblicato nel 1991, e che colpisca direttamente la
    parte del corpo che commette il tradimento: labbra, lingua e mano, e poi l'
    intero corpo. Le labbra e la lingua in quanto responsabili di aver rivelato
    il segreto, la mano in quanto resasi responsabile di aver scritto, disegnato
    o scolpito questi terribili segreti.
    Dice il Virgilio Gaito, come già detto Grande Maestro Venerabile del Grande
    Oriente
    d'Italia, cioè della parte più considerevole della Massoneria Italiana che
    conta circa sedicimila dei totali ventitremila massoni italiani, che il
    segreto della Massoneria non è altro che quella intima conoscenza
    spirituale, quindi astratta, che permette all'uomo, pietra grezza, di
    elevare se stesso fino al raggiungimento di una specie di stato di grazia
    che lo porta ad essere un -illuminato-.
    Che strano! Eppure nell'Emulation Ritual edito dalla sua casa editrice l'
    Apprendista si impegna a non disegnare né scolpire tali segreti. Come si fa,
    io mi chiedo, a "scolpire"un idea astratta come quella descritta dal
    Venerabile?
    E scolpirla in modo che diventi "intelleggibile" al profano?
    Io credo proprio che non sia possibile, e quindi, di conseguenza, il
    Venerabile Gran Maestro Virgilio Gaito "si è sbagliato".
    I segreti ci sono e possono essere non solo
    rivelati, ma anche disegnati e scolpiti.
    .
    Sia questo, ennesimo punto di riflessione per ogni mente sana.
    Il Gualberto Ranieri ha curato anche la pubblicazione del Rituale dell'Arco
    Reale, che è il tredicesimo grado della scala massonica, ma in effetti, il
    quarto rito vero e proprio, poiché in Massoneria solo per alcuni dei
    trentatré gradi viene eseguito il rito relativo, perché per lo più
    le -nomine- vengono conferite per -comunicazione-, cioè senza la cerimonia
    rituale.
    Il giuramento che presta il candidato al tredicesimo grado è il seguente :
    "1. sogg. - Fr(atello Tal dei Tali) Sulla vostra parola di uomo libero e
    fedele Massone
    dichiarate voi che siete stato elevato al Sublime Grado di M.M. (Nota:
    Maestro Massone)
    da quattro settimane o più ?
    Cand. - Sì, lo dichiaro.
    1. sogg. - Promettete inoltre, sotto pena dei vostri precedenti giuramenti,
    che terrete
    celato quanto sto per confidarvi con le stesse cautele richieste per gli
    altri Segreti
    Massonici ?
    Cand. - Sì, lo prometto.
    1. sogg. - Vi confido quindi le Pr. di Ps., (Nota: le Parole di Passo) che
    conducono a questo Supremo Grado. Esse sono: A . . i R . . . . a (il
    Cand. ripete). Il loro significato è:
    i.p.m.h.o.m. (il Cand. ripete)."
    A pag. 18 il giuramento che il celebrante fa ripetere al candidato:
    "... Io ... solennemente prometto e giuro di sempre tacere, nascondere e
    giammai rivelare alcuno dei segreti appartenenti a questo Supremo Grado
    denominato Sacro Arco Reale di Gerusalemme, a nessuno nel mondo, salvo che a
    un Compagno, vero e regolare, dell'Ordine, dopo essermi accertato,
    attraverso accurato esame, che egli è tale. Prometto inoltre che non mi
    azzarderò mai di pronunciare il nome S. e M., che mi sarà ora comunicato per
    la prima volta, salvo che in presenza e col concorso di due o più Compagni
    dell'Arco Reale regolarmente costituito quando detengo la carica di Primo
    Principale. Prometto solennemente di osservare tutti questi punti, senza
    accampare pretesti, equivoco o riserva mentale di sorta, pena, violando
    anche solo uno di questi, di soffrire la perdita della mia vita con l'essere
    d . . . . . t . . o.
    Che il V.V.D.L'A. mi aiuti e mi tenga saldo nel mantenere questo sacro e
    solenne giuramento che ho fatto come un Massone dell'Arco Reale."
    Anche in questo rituale la pena è resa oscura dalla codificazione, infatti,
    come si fa ad
    immaginare che cosa voglia dire: "d . . . . . t . . o"?
    Pur tuttavia, in questo quarto rituale il candidato dichiara di essere
    disposto, in caso si rivelazione dei segreti a "soffrire la perdita della
    mia vita",
    e poiché dubito fortemente che un giuramento del genere sia legale, ripeto
    che per il solo fatto, dovrebbe da chi di dovere essere rispolverato il
    codice penale ed esaminata la questione.
    Anche questo Rituale dell'Arco Reale (così il titolo del libretto), è stato
    pubblicato dalla
    stessa Società Erasmo, in Roma, nel 1976.
    Il Gaito è di idee liberali, infatti, vorrebbe (dice) rendere palese la
    Società Massonica.
    Rientra probabilmente in quest'ottica il motivo per cui i rituali sono stati
    stampati.
    Volendo però gettare luce sulla ritualità massonica il Gaito non dovrebbe
    trincerarsi dietro la -codificazione-, perché in questo modo getta invece un
    ombra di mistero ancora più grande di quella che si prefiggeva di togliere.
    Fa, come si suol dire -la toppa peggiore dello strappo-.
    Io domando al Venerabile Gran Maestro Virgilio Gaito :
    per caso, il codice "d . . . . . t . .o", vuol dire : "decapitato" ?
    E sarebbe così gentile da farci leggere anche il rituale del Sovrano
    Principe di Rosa Croce e il trentesimo, cioè quello di Cavaliere Kadosh ?
    Forse la risposta sarebbe un secco "no"!
    Quindi passiamo direttamente a leggerlo, il rituale del trentesimo grado
    denominato di Cavaliere Kadosh.
    "Imprendiamo, col piacere di Dio, a pubblicare i documenti autentici e
    segreti dei framassoni; persuasi che per far odiare e disprezzare la
    Massoneria basta presentarla al mondo qual'è nel suo segreto ch'essa procura
    di mostrarci imbellettato, incappucciato e mantellato ipocritamente" (dalla
    prefazione, a pag III, del testo già citato Rituali Massonici del Primo e
    del Trentesimo grado detti di Apprendisti e di Cavaliere Kadosh, edito nel
    1874 dalla Tipografia Cattolica di F. Chiapperini, in Roma).
    Da pag. 95 :
    "Possediamo più di un rituale stampato di questo trentesimo grado. Ma ci
    atteniamo a
    quello più recente ed italiano pubblicato testé in Napoli col
    titolo: -Trentesimo grado di
    Rito Scozzese detto Cavaliere Kadosch, o Cavaliere dell'Aquila bianca e
    nera, Napoli,
    senza nome di Tipografia, 1869- un libretto in 18. di pag. 64. il quale
    ristampiamo
    testualmente e quasi integralmente, ad ammaestramento e Vera Luce dei figli
    della luce:
    ed a perpetuo scorno della framassoneria e dei suoi tenebrosi figliuoli, che
    dopo essercisi bugiardamente ed ipocritamente venduti, nel Rituale di Primo
    Grado, per società di beneficenza che rispetta tutti i culti ed obbedisce
    fedelmente a tutte le autorità, tanto che è perfino vietato di parlare in
    Loggia di politica e di religione, ci si svela poi sfacciatamente nel
    Rituale del Trentesimo grado per società intesa per l'appunto ed
    esclusivamente a distruggere ogni religione ed ogni autorità con qualsiasi
    mezzo e specialmente, ed anzi come dicono pedantescamente i Massoni,
    tassativamente, col pugnale del sicario."
    "Il Rituale del Trentesimo grado comincia con una prefazione scritta da
    Domenico Angherà calabrese vivente ed arciprete che di sacerdote non ha che
    il carattere da lui profanato. Egli è capo della Massoneria napoletana; di
    grado 33 ... or ecco la prefazione.
    -Il trentesimo grado del nostro rito scozzese antico e accettato, o il
    dodicesimo grado fra i filosofici del medesimo rito, porta il titolo di
    Cavaliere Kadosch, detto ancora Cavaliere dell'Aquila bianca e nera. Il vero
    Cavaliere Kadosh comprende in sé stesso la più sublime filosofia ... quest'
    eminente e sublime grado ... accenna positivamente allo scioglimento del
    gran dramma massonico... In questo sublime grado si allude tassativamente al
    tragico fine del Gran Maestro dei Templari Giacomo de Molay, o Molè.
    I principali attori sono Filippo il Bello, Clemente V ed il falso fratello
    dei Templari Noffodei. La Massoneria prende ad esempio questa leggenda onde
    maggiormente apostrofare al suo nobile scopo di emancipare la gran famiglia
    in umanità dal duplice dispotismo che inesorabilmente la opprime e la
    tiranneggia."
    Da pag. 108 inizia il rituale vero e proprio e il maestro fa al candidato
    Kadosh alcune domande:
    "D.- ... a quale ora si ha il costume di aprire i nostri travagli ?
    R.- All'apparire della notte.
    D.- Perché?
    R.- Perché quello è il momento più propizio per meditare e per agire.
    D.- Qual'è il nostro fine?
    R.- Nekam (vendetta) Makah (omicidio).
    D.- Che significano queste due parole?
    R.- Che il dovere di un Cavaliere Kadosch è quello di scovrire tutti gli
    assassini che sono stati commessi a danno di tutti gli amici della libertà
    politica e della libertà religiosa mediante i satelliti del dispotismo, e di
    vendicare le vittime della tirannia: di unirsi strettamente ed intendersi
    in comune, onde finirla una volta per sempre con tutti i despoti del genere
    umano: in una parola, di stabilire la libertà politica e religiosa ove
    nonesiste e di difenderla ove trovasi stabilita, anche colle armi in pugno
    se farà l'uopo."
    E qui il Gesuita commenta: "Questo, pare a noi, si chiama parlar chiaro, e
    si vedrà di qui a un poco che il Rituale parla ancora più chiaro."
    Infatti da pag. 116 il Maestro insegna al candidato :
    "... tu non devi ignorare che qui tutto è simbolico; pure questi simboli
    furono un tempo, ed in alcuni luoghi lo sono ancora, delle terribili verità
    ... il nostro fine fraditanto nel presentare ai tuoi sguardi i simboli della
    intolleranza religiosa e della persecuzione politica, è solo di farti ben
    comprendere che ... noi malediciamo ed esacriamo i tiranni e i despoti che
    sono stati gli strumenti di questa intolleranza e di questa persecuzione.
    Noi vogliamo similmente farti comprendere che tu, sortendo da questo luogo,
    sei obbligato di mettere in opera tutti i mezzi che sono in tuo potere, onde
    combattere per assicurare a te stesso ed ai tuoi fratelli in umanità la
    libertà politica e la libertà religiosa...
    ... Sino al momento ti è stata sviluppata solamente la teoria delle nostre
    dottrine; il tempo di azione è ormai giunto. Sieguimi."
    "... il Gran Maestro guida il candidato innanzi ad un cranio coronato di
    foglie di alloro, e l'obbliga a dire con lui: Onore e gloria alla innocenza
    perseguitata; onore e gloria alla virtù sacrificata dal vizio e dalla
    ambizione.
    In seguito gli mostra un cranio coronato da una Tiara, e mettendogli in mano
    un pugnale, che dirige verso il cranio, l'impegna a gridare con lui: Odio e
    morte al dispotismo religioso.
    In fine gli mostra un cranio coronato dal diadema regale, gli dice di
    dirigere il pugnale verso di esso, e l'obbliga a dire con lui : Odio e morte
    al dispotismo politico."
    Poi l'iniziato pronuncia la sua prima Obbligazione, cioè giura di combattere
    la -tirannia politica e la intolleranza religiosa-.
    Prosegue il Gesuita: "Fin qui il rituale italiano: il quale è già, da per sé
    stesso, abbastanza
    chiaro. Ma diventa anche più chiaro quando si paragoni e si confronti con
    altri Rituali
    editi dal Ragon e coi commenti che questo ritualista loro appone. Dice
    infatti il Ragon
    (pag.9) che -tutti i Rituali primitivi ed antichi esprimono lo stesso odio
    alla monarchia e
    al papato. Tutti questi pensieri di vendetta dovettero finire colla
    rivoluzione francese del
    1793 come non aventi più ragione di essere, trovandosi la monarchia abolita
    e il Papato
    perseguitato.- Le quali parole," prosegue ancora il Gesuita "contro ogni
    intenzione del povero Ragon, dimostrano ad evidenza due cose :
    1. che la framassoneria è rea dell'assassinio di Luigi XVI e di tutti gli
    altri assassinii di
    Re o Principi condannati in questo grado 30 ad essere assassinati dai
    Cavalieri
    Kadosck.
    2. che non essendo l'odio massonico volto contro il tal Re od il tal Papa,
    ma contro la
    monarchia ed il papato, ben lungi dal -non avere più ora ragione di essere i
    Rituali
    assassini- l'hanno più che mai sia contro i Re ancora esistenti, sia contro
    il Papa di cui
    la provvidenza mai non permise finora l'assassinio formale giurato dalla
    massoneria #(a).
    Il povero Ragon ... spiega (pag. 9,10) l'atrocità dei rituali antichi
    con -ispecolatori intriganti che nel 1804 portarono da Charleston di America
    a Parigi il rito massonico di 'perfezione' fondato a Parigi nel 1756 e poi
    dimenticato-."
    Il Ragon parla anche del rito della decapitazione di un cadavere (fatto
    credere al candidato bendato un nemico condannato a morte), come della
    pecora viva e rasata, dimodoché il candidato, sempre bendato, toccandola e
    sentendola calda e palpitante si convinca di trovarsi davanti ad un nemico
    da "giustiziare" e trafiggendola con un pugnale.
    Anche il signor "N." ci riferisce di questi riti.
    "Simbologismo" dici ancora, "fratello"?
    Un "simbologismo" che però ti indica fin dall'inizio il grado di
    affidabilità del nuovo iniziato e fino a che punto è disposto ad arrivare il
    tuo "servo".
    Forse non capiterà mai l'occasione ... ma se capita tu sai che puoi contare
    su di lui !
    Prosegue il Gesuita: "Tutto questo narra il Ragon a pagine 65-66 del suo
    rituale di Kadosck: e dice che queste cose sono ora disusate ... Ma aggiunge
    questo particolare tacciuto dal ritualista italiano; cioè che il candidato
    dee espressamente e realmente pugnalare i due crani coronati l'uno di tiara
    pontificia, l'altro di diadema reale."
    Da pag. 136, capitolo VIII sui Templari, dice il Gran Maestro all'iniziato,
    secondo il rituale italiano : "Quella tomba che vedi è un omaggio che noi
    rendiamo alla memoria di Giacomo de Molè (Nota: il Gesuita precisa: )
    (Jacobus Burgundus Molay).
    Questo grand'uomo e i suoi illustri compagni (templari) formavano una
    società di uomini valorosi, austeri, pietosi ed umanitari ... Eglino erano
    tolleranti in materia di Religione ed in aperta guerra col fanatismo
    religioso... Appena il gran maestro dei Templari Giacomo de Molè giacque
    vittima dei complotti combinati fra il Re Filippo il Bello e il Papa
    Clemente V, i successori di essi Templari doveano vendicarsi di questi due
    potenti nemici del loro Ordine. Questi due persecutori dei Templari non sono
    per noi che i rappresentanti visibili del dispotismo politico e del
    fanatismo religioso. Dispotismo e fanatismo che abbiamo solennemente giurato
    di combattere con tutte le nostre forze."
    Il Re Filippo il Bello e il Papa Clemente V morirono pochi mesi dopo la
    condanna a morte del Giacomo de Molay, -colpiti- dalla maledizione che
    questi scagliò contro di loro dal patibolo, o forse, e più probabilmente,
    colpiti da -misteriosa- e vendicativa mano templare, come fanno capire le
    parole del rituale sopra riportate.
    .
    Da pag. 156 :
    "Capitolo XI: Conchiusione
    Per fabbricare una gran città ci vogliono secoli e migliaia di operai: per
    incendiarla basta un giorno e un mascalzone. Per fare una statua, un quadro,
    un orologio insigne vi vogliono dei genii di arte e di industria. Per
    fracassare la statua, squarciare la tela, stritolar l'orologio basta un
    somaro. Per educare bene un giovane, una città, un regno vi vogliono
    miracoli di industrie, di leggi, di governi e di pazienza; per guastarli,
    corromperli e pervertirli basta un governo massone. Mascalzoni, somari e
    framassoni non si vantino dunque delle conquiste della loro civiltà moderna.
    Il miracolo non istà già in quello che essi sono riusciti a conquistare: ma
    in quello che è sfuggito alle loro conquiste. L'uomo di natura sua è
    purtroppo portato al male. Quale merito hanno coloro che spingono per di
    dietro chi è già sulla china? Il vero merito sta in chi, colla sola forza
    morale, lo trattiene sulla via del precipizio. Or qual'è questa forza morale
    se non la Chiesa? E qual'è la forza immorale che spinge la gente al
    precipizio se non che la framassoneria che si chiama liberalismo, società
    moderna, civiltà moderna ?

  2. #2
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    o! Ma cosa è lungo questo post!!
    Ne ho letto metà e me ne sono già andato a male!!

  3. #3

  4. #4
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    Taluno sostiene che sarebbe stata dimostrata l'attuale scomunica nei confronti della Massoneria (v. QUI). In verità, a queste argomentazioni avevo in cuore già di rispondere. Ma gli impegni professionali ed accademici non me l'hanno consentito. Spero di farlo prossimamente.

  5. #5
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    Uno dei massimi esperti degli aspetti canonistici implicati nella Massoneria è senz'altro il frate francescano, P. ZBIGNIEW SUCHECKI, che ha dedicato al tema diversi lavori scientifici (v. QUI).
    L'idea di abolire la scomunica per i massoni partì in seno al Concilio Vaticano II e fu sostenuta in aula dall'ultraprogressista vescovo di Cuernavaca, Sergio Mendez Arceo. E poi erano cominciate le strette di mano pubbliche tra capi della massoneria e cardinaloni di peso: gli americani Richard Cushing, Terence Cooke, John Cody e John Joseph Krol, l'austriaco Franz König, l'olandese Bernard Alfrink, i francesi Maurice Feltin, Francois Marty e Roger Etchegaray, il cileno Raúl Silva Henriquez, i brasiliani Aloisio Lorscheider e Paulo Evaristo Arns, insomma quasi tutti i capifila dell'ala progressista conciliare. In Italia, agli incontri successivi a quello di Ariccia parteciparono i vescovi Dante Bernini, di Albano, e Alberto Ablondi, di Livorno. In Vaticano, a tirare le fila era il cardinale prefetto dell'ex Sant'Uffizio, il croato Franjo Seper. Dall'alto, Paolo VI tutto sapeva e benediceva. Nel 1968, i vescovi della Scandinavia decisero di non chiedere più l'abiura ai massoni che si facevano cattolici. E nel 1974 il cardinale Seper, in una lettera al cardinale Krol resa pubblica da quest'ultimo, spiegò che la scomunica doveva essere intesa operante solo per quei cattolici iscritti alle massonerie «che veramente cospirano contro la Chiesa». Come dire mai, dissero in coro compunti i capi delle logge di tutti i paesi, compresi quelli di più accanita tradizione antiecclesiastica.
    Mancava solo che il nuovo codice di diritto canonico, in preparazione, sancisse la svolta pacificatrice. La Congregazione per la dottrina della fede aveva chiesto due volte un parere riservato ai vescovi. E il gesuita Caprile, che ebbe accesso alle segretissime risposte, constatò che quasi tutti chiedevano la cancellazione della scomunica, qua e là con elogi persino entusiastici dello spirito massonico. Senonché nel 1978 divenne papa Karol Wojtyla. E di colpo calò il gelo.
    Il primo effetto lo si vide in Germania. Anche lì i dialoganti s'erano dati da fare, con fior di teologi come Herbert Vorgrimler e Stephanus Pfurtner. E la conferenza episcopale aveva messo all'opera nel 1974 una commissione per accertare la compatibilità tra la fede cristiana e l'appartenenza massonica. Ma a Monaco di Baviera era intanto diventato arcivescovo uno spirito rigido e risoluto, Joseph Ratzinger, che il nuovo papa avrebbe presto chiamato a Roma al posto di Seper, come suo prefetto di dottrina. E di punto in bianco i dialoganti si trovarono congedati, la questione la prese in mano il vescovo di Augsburg, Joseph Stimpfle, un vero mastino, e nel 1980 l'episcopato tedesco scrisse la parola fine ribadendo «l'opposizione fondamentale e insuperabile» tra la massoneria e la Chiesa.
    Dopo aver ripercorso brevemente un excursus storico nei precedenti posts della questione dell'eliminazione della scomunica ai massoni (i.e. massoneria), volevo riprendere una questione lasciata altrove pre precisare quanto segue.

    1. La scomunica non esiste più nei confronti dei massoni in quanto non più espressamente prevista. L'adesione alla setta costituisce un mero addebito morale (peccato), e non già giuridico (delitto). E questo in base al principio "nullum crimen, nulla poena sine lege". Se la legge non prevede esprssamente la figura criminosa, quella condotta non sarà censurabile. Al più potrà esserlo solo per altri profili, ma non già per quelli del previgente sistema penale.

    2. Il can. 1374 ha, da un lato, "diminuito" la "quantità di pena" prevedendo, in luogo della scomunica, la giusta pena per chi dà il nome (aderisce) ad un'associazione che complotta contro la Chiesa. Dall'altro nella sua più ampia dizione aveva in mente, evidentemente, i comunisti. La realtà è che si era osservato (non so fin quanto fondatamente) che talune associazioni massoniche avevano perso il loro carattere "anticlericale" di fine '800, e quindi, la Chiesa ha inteso, ahimè, cedere sul punto, diminuendo la linea di guardia ... . Questa del canone è l'unica sanzione applicabile ex professo ai massoni, a certe condizioni. Che valore ha dunque la dichiarazione del Card. Ratzinger del 1983 e poi del 1985? Premesso che - almeno quella dell'83 - era stata emanata vigente il Codice piano-benedettino, essa ha un mero valore interpretativo ed esortativo, non già giuridicamente stringente. Questa è l'opinione della dottrina più accreditata che si è occupata del tema (Suchecki). Se vogliamo, ahimè, la colpa, oggi, sarebbe più o meno pari a quella di chi volesse andare domenica ai referendum e votasse "sì". Ma come diceva il Card. Tettamanzi, dinanzi a voci di "scomuniche" per chi andava a votare, nessuna censura è prevista. Quindi, tutto si svolge al mero livello morale, senza toccare la sfera giuridica.

    3. Non si deve far l'errore di sovrapporre i piani della censura agli aderenti alla massoneria con i singoli delitti che ciascun aderente possa compiere. E' vero, se uno professa apertis verbis, ad es., l'ateismo e fa parte pure di un'associazione massonica con i caratteri del can. 1374, ci sarà senz'altro un concorso di reati. Ma la persona non incorre nella scomunica in quanto massone, ma in quanto crede e professa, al di là della cerchia dei suoi "fratelli", delle eresie o la propria apostasia, ecc.
    Insomma, la semplice affiliazione non dà luogo a scomunica, a meno che l'associazione non abbia i caratteri di cui al can. 1374. Ma la stessa cosa potrebbe dirsi per i comunisti. E ne abbiamo avuto nei giorni scorsi un esempio con l'on.le Vendola che ricevette la Comunione dalle mani del Card. Vicario Ruini.

    4. E veniamo all'ultimo punto. Premesso che il Chiappetta, benchè autorevole, è un commentario ormai datato, che non tiene conto degli studi più recenti della canonistica e della giurisprudenza (Se non ricordo male risale almeno nelle sue ultime edizioni ad oltre un decennio fa), va detto che è delitto non ogni azione esterna che viola una legge o un precetto, ma solo quella violazione per la cui inosservanza è prevista una sanzione: e nel nostro caso non esiste più, se non nei limiti di cui al can. 1374. E veniamo al can. 1330 altrove richiamato, precisando che il termine "percipiat" va esattamente contestualizzato. Insomma, non si può estrapolare un parere dato da un giurista ed assolutizzarlo in tutti i contesti. Il verbo suddetto è "percepisca", "raccolga" lascia intendere che altri "raccolga" la dichiarazione o manifestazione di eresia e la intenda per tale, cioè per eretica. Io posso anche dire ad un amico, ad es., che non credo in questo o quel dogma. Ma è questo sufficiente per cadere in eresia o apostasia? Evidentemente no. E questo lo può intendere chiunque. Vi sono stati Papi che privatamente hanno adorato il demonio, ciò fa sì che siano apostati? Evidentemente no. Serve un quid pluris. Serve appunto che quel delitto sia "raccolto", cioè non sia lasciato cadere.
    Ed è evidente che in un gruppo ristretto, dove si professano medesime convinzioni di fondo, le eresie pronunciate non siano colte, non siano cioè "raccolte". E quindi, è ovvio che la condizione di cui al can. 1330 per il delitto di eresia o apostasia o scisma non si verifica. A ciò contribuisce anche la segretezza dell'associazione massonica, dove, sovente, i membri non si conoscono tutti l'un l'altro. La semplice esegesi del termine porta a concludere che essi non incorrono nella scomunica per eresia se non professano all'esterno la loro dottrina o manifestazione di volontà o atto di scienza.
    Si obietta che "allora non sappiamo nemmeno chi è protestante, ciò non toglie che sono scomunicati lo stesso, anche se a noi non noti". La situazione dei protestanti è diversa. La loro professione di eresia è pubblica, non coperta istituzionalmente dal segreto. E dunque tutti possono percepire la loro eresia. Viceversa, nella massoneria, questa professione non è pubblica, ma segreta, avvenendo nel segreto delle loro riunioni (tanto è vero che, alle loro adunanze, i membri arrivano alla spicciolata, senza dare nell'occhio, solitamente di notte o sera). E la segretezza è istituzionale alla massoneria.
    Proprio per questo, la Chiesa, in passato, con saggezza, per superare le empasse delle norme che censuravano le eresie provvidero a sanzionare con norme ad hoc quel delitto. Altrimenti quale il senso di norme "speciali"? Perchè evidentemente il delitto si compiva con modalità "speciali", avverso le quali erano insufficienti le comuni disposizioni penali. E la specialità era data dall'affiliazione occulta. In altre parole, il delitto è occulto perchè occulta, recondita, segreta è la setta. Il delitto è pubblico perchè è percepito, è raccolto per tale da chiunque. Ma se il "chiunque" non lo raccoglie come delitto, cioè non lo considera tale, ecco che il delitto non è "pubblico". Anche perchè nel nostro caso propriamente si dovrebbe parlare di correi. Al più, a voler tutto concedere, secondo la dottrina del Calabrese, in questo caso si dovrebbe parlare di situazione intermedia, non essendo occulta ma neppure pubblica (in quanto l'azione è conosciuta da una cerchia ristretta di persone, per giunta, nel nostro caso, correi).

  6. #6
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    Predefinito Mons. Ablondi massone?

    Interessante articolo pubblicato (pag. 18) sul numero di giugno 2005 della rivista massonica Erasmo (v. QUI) ... Un articolo che porta a riflettere sulle infilitrazioni massoniche nella Chiesa, a dispetto della fantomatica quanto inesistente "scomunica" ...

  7. #7
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    Predefinito

    QUI sempre la stessa rivista, nel n. 7-8/2005 (pag. 32), riporta l'attestazione del gran maestro che si dispiace della morte di Giovanni Paolo II, "Anche se sentivamo più vicino alla massoneria Paolo VI". A pagg. 33-34, poi si parla del "matrimonio" tra cattolici e massoni ...

  8. #8
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    Predefinito

    Originally posted by Augustinus
    QUI sempre la stessa rivista, nel n. 7-8/2005 (pag. 32), riporta l'attestazione del gran maestro che si dispiace della morte di Giovanni Paolo II, "Anche se sentivamo più vicino alla massoneria Paolo VI". A pagg. 33-34, poi si parla del "matrimonio" tra cattolici e massoni ...
    Interessante... è singolare poi che la massoneria faccia pubblici elogi a papi, segno che qualcosa non quadra.
    Infatti la Chiesa per secoli ha avversato, scomunicato e messo in guardia i fedeli dai pericoli tentacolari della piovra massonica.
    Chissà cosa ne pensano gli estimatori di Paolo VI dell'altro forum...

  9. #9
    torquemada
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    Predefinito

    Peccato che in tempo di Sede Vacante (come dite voi, Bellarmino) siano giunte solenni dichiarazioni contro la massoneria e siano stati rinnovati i vecchi anatemi preconciliari. O diciamo solo quello che fa comodo per portare acqua al nostro mulino?

  10. #10
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    Unhappy Per coloro che dicono che vi sono ancora scomuniche e condanne

    V. QUI.
    C'è da rimanere allibiti

 

 
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