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    Post rassegna fotografica sui Miracoli Eucaristici

    posto questo articolo perchè ho notato che quello dei Miracoli Eucaristici è un argomneto che riscuote interesse, specie in questi giorni vicini alla celebrazione del "Corpus Domini"


    2005-05-19

    Ampia rassegna fotografica sui Miracoli Eucaristici in una mostra a Roma

    E’ possibile ‘visitare virtualmente’ i luoghi sparsi per il mondo dove si sono verificati

    ROMA, giovedì, 19 maggio 2005 (ZENIT.org).- In questo anno dedicato da Giovanni Paolo II all’Eucarestia , l´Istituto “San Clemente I Papa e Martire” ( info@istitutosanclemente.it) ha organizzato, in collaborazione con il Master in Scienza e Fede dell’Ateneo Pontificio “Regina Apostolorum”, una Mostra sui Miracoli Eucaristici che potrà essere visitata fino al 19 maggio 2005.

    La Mostra intende stimolare alla riflessione su questi Miracoli, sulla cui spiegazione anche la scienza ha ammesso la propria incapacità e che, nonostante questo, continuano ad incontrare un forte scetticismo fra la gente.

    Sant’Ireneo di Lione, Vescovo e martire, uno dei primi Padri della Chiesa d’Occidente, diceva: “Se si crede all’Incarnazione, non si può non credere all’Eucaristia”, mentre san Pier Giuliano Eymard amava affermare a quanti gli chiedevano aiuto e conforto: “Troverete tutto nell'Eucaristia: la parola di fuoco, la scienza e i miracoli. Sì, anche i miracoli”.

    Per approfondire un tema così controverso ZENIT ha intervistato Antonia Salzano, Presidente dell´Istituto “San Clemente I Papa e Martire”, e Curator della Pontificia Accademia “Cultorum Martyrum”.

    Le Edizioni Studio Domenicano di Bologna in collaborazione con l’Istituto “San Clemente I Papa e Martire” hanno pubblicato il Piccolo Catechismo Eucaristico e altri due Catechismi sulla Penitenza e la Cresima. Ora il vostro Istituto sta per pubblicare un libro sui Miracoli Eucaristici ed ha organizzato anche una Mostra. Perché tanto fervore?
    Salzano: L’idea di pubblicare il Piccolo Catechismo Eucaristico è nata nell’anno 2000, ma per scriverlo e realizzarlo ci sono voluti due anni. Il Catechismo della Chiesa Cattolica è stata la fonte ispiratrice di questo sussidio catechistico. Da quando è uscito in Italia il testo è stato già tradotto e distribuito in diversi Paesi. I punti che ci interessava evidenziare sono soprattutto l’Esistenza di Dio, la Divinità di Gesù e la Presenza reale di Gesù nel Santissimo Sacramento.

    Ci chiedevamo come poter aiutare i bambini e i catechisti a focalizzarsi su questi temi, poiché il rischio oggi è di disperdersi e perdere di vista i cardini fondamentali della nostra fede. Se da una parte si è troppo presi a concentrarsi su aspetti ‘orizzontali’, si rischia di perdere dall’altra parte il senso del Soprannaturale e l’immensa ricchezza che il Signore ci ha lasciato istituendo i Sacramenti. E poi pensiamo alle parole di Gesù quando dice: “Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”(Mt 28, 20).

    E’ una realtà incredibile! Dio lo possiamo trovare nel Suo Corpo, Anima e Divinità presente in tutti i Tabernacoli del mondo. In fondo noi siamo molto più fortunati di quanto lo fossero le persone che hanno vissuto ai tempi di Gesù 2000 anni fa, perché possiamo trovare il Signore “realmente e sostanzialmente” in ogni momento, magari basta scendere sotto casa nella chiesa più vicina: "Gerusalemme" si trova in tutte le chiese! Perché allora affannarsi, e disperarsi? Dio è sempre con noi e non ci abbandona mai.

    Ma come fare capire questo? Ci sono file immense di persone che si accalcano per assistere ai concerti, e a tanti altri eventi, ma per andare a trovare Gesù-Eucaristia non vedo folle nelle chiese e questo dovrebbe farci interrogare molto seriamente. Forse c’è qualcosa che alla gente non è ben chiaro. E poi perché dopo la Prima Comunione tanti giovani smettono di frequentare la Messa? Perché tanti abbandonano la Chiesa e si rivolgono altrove?

    Forse la riposta è che sono trascorsi 2000 anni di non completa ‘ risposta eucaristica’ da parte nostra al Signore. Non ci siamo fatti ancora, dopo venti secoli, l’idea di questa ‘reale presenza’. Siamo tanto immersi nei ‘sensi’ che tutto ciò che ne sfugge lo chiamiamo ‘ideale’. Ed allora la maggior parte vive l’Eucaristia come un ‘simbolo’. Ci sono tante chiese, tantissimi tabernacoli, Ostie consacrate a milioni, ma sembra che Gesù sia là e noi qua, due vite parallele che non s’incontrano mai. Non si può far finta di niente, Dio è lì, nel tabernacolo. E’ realmente presente. Gesù non scherza, l’Eucaristia è una realtà terribilmente seria.

    Il fedele che ne comprende lo spirito non può non ordinare la sua vita ad essa. Approfondire lo studio sull’Eucaristia porta alla sua scoperta, per molti aspetti sensazionale e ci facilita a instaurare questo rapporto di amicizia che per ognuno di noi può diventare insostituibile, speciale e unico. I Miracoli Eucaristici rientrano in questo ‘studio’ e il Signore li ha suscitati per aiutarci ad avvicinarsi a Lui.

    Ci sono molte pregevoli edizioni riguardo ai Miracoli Eucaristici, cito ad esempio il libro del Padre Nicola Nasutti, o del professor Iaria o del Dottor Renzo Allegri. C’è l’Associazione Laicale Eucaristica Riparatrice di Loreto i cui iscritti, che sono circa 50.000, s’impegnano a praticare l’Adorazione Eucaristica e la Messa quotidiana e pubblicano numerose opere al riguardo ( http://www.aler.com/index.asp). Anche noi stiamo preparando un volume (“Miracoli Eucaristici. Tesori nascosti”), che uscirà entro fine giugno in tutte le librerie cattoliche, in cui sono descritti circa 100 Miracoli Eucaristici, molti dei quali esteri.

    Il testo sarà inoltre arricchito con numerose fotografie a colori dei vari Prodigi. La Mostra invece è stata organizzata in collaborazione con il Pontificio Ateneo “Regina Apostolorum” e lo scopo di questa iniziativa è stato quello di invitare la gente alla riflessione su questi Miracoli che il Signore, conoscendo la nostra poca fede, ci ha voluto donare. Inoltre è possibile richiederla perché è itinerante e gratuita. Lei mi chiede: Perché tanto fervore? E io Le rispondo: Com’è possibile, sapendo che Dio è presente realmente nel Santissimo Sacramento non ‘vivere’ solo che per questo incontro quotidiano con Lui nell’Eucaristia e non desiderare che anche gli altri scoprano questo tesoro?

    Quali sono i tratti salienti della Mostra sui Miracoli Eucaristici?Quali gli argomenti che lei utilizzerebbe per convincere le persone a visitarla?
    Salzano: La Mostra è molto interessante perché offre, attraverso un’ampia rassegna fotografica, la possibilità di ‘visitare virtualmente’ i luoghi sparsi nel mondo dove si sono verificati questi Miracoli Eucaristici. La Mostra potrebbe stimolarci in questo nostro approfondimento del Mistero Eucaristico. ‘Vedere’ con i propri occhi tante Reliquie, può aiutare a rafforzarsi nel proprio credo e a mettere in discussione la propria corrispondenza all’immenso dono che il Signore ci dona nell’Eucaristia così da poter arrivare a credere quello che scrive San Francesco d’Assisi nelle sue Ammonizioni:

    «Ecco, ogni giorno egli si umilia, come quando dalla sede regale (Sap 18, 15) discese nel grembo della Vergine; ogni giorno viene a noi in apparenza umile; ogni giorno discende dal seno del Padre (Gv 1, 18; 6, 38) sopra l’altare nelle mani del sacerdote. E come ai Santi Apostoli apparve in vera carne, così ora si mostra a noi nel pane consacrato; e come essi con lo sguardo fisico vedevano solo la sua carne ma, contemplandolo con gli occhi della fede, credevano che egli era Dio, così anche noi, vedendo pane e vino con gli occhi del corpo, vediamo e fermamente crediamo che il suo Santissimo Corpo e Sangue sono vivi e veri...E in tale maniera il Signore è sempre presente con i suoi fedeli così come egli dice: Ecco, io sono con voi sino alla fine del mondo (Mt 28, 20)».

    Quanti sono i Miracoli Eucaristici riconosciuti dalla Chiesa cattolica, e quali secondo lei quelli più rilevanti?
    Salzano: Nel Museo Eucaristico Hiéron di Paray-le-Monial sono conservate delle antiche cartine che illustrano i luoghi principali dove si sono verificati questi Miracoli Eucaristici. Vengono riportati circa 146 Miracoli riconosciuti dalla Chiesa, ma col trascorrere del tempo se ne sono aggiunti molti altri come quello di Silla, Onil, San Mauro la Bruca, Trivandum ecc.

    Tra i Miracoli che trovo particolarmente rilevante e utile citare, c’è quello di Santarém che è considerato tra i più importanti dopo quello di Lanciano: sono stati per questo motivo commissionati numerosi studi e analisi canoniche. Questo Prodigio accaduto nel 1247 riguarda una donna che assalita dalla gelosia verso il marito, si rivolse a una fattucchiera che le suggerì di andare in chiesa e di rubare un’Ostia consacrata per fare un filtro d’amore. La donna, rubò l’Ostia nascondendola in un panno di lino: mentre usciva dalla chiesa vide però che il fazzoletto si era macchiato di sangue vivo e che quel sangue sgorgava dalla Particola che si era trasformata miracolosamente in carne.

    Tra i numerosi Papi che riconobbero questo Miracolo, Pio IV, San Pio V, Pio VI e Papa Gregorio XIV concessero l’indulgenze plenaria connessa alla visita e alla devozione verso questo Prodigio. Ancora oggi nella chiesa di Santo Stefano a Santarém è possibile venerare queste preziose reliquie del Sangue sgorgato dall’Ostia e dell’Ostia trasformata in Carne.

    Voglio citare anche il Miracolo di Boxtel in Olanda avvenuto nel 1380. Durante la consacrazione il sacerdote Eligio van der Aker perse l’equilibrio, rovesciando così il vino consacrato del calice sul corporale e sulla tovaglia dell’altare. Per motivi a noi sconosciuti, egli aveva utilizzato del vino bianco per la Messa, ma sul corporale e sulla tovaglia apparve invece vivo sangue. Anche di questo Prodigio sono conservate nella Chiesa di San Pietro a Boxtel le reliquie del corporale macchiato di sangue e del vino trasformato in sangue.

    Poi c’è il Miracolo di Blanot in Francia, dove parte dell’Ostia consacrata si trasformò in sangue e la reliquia è tuttora conservata presso la chiesa parrocchiale. Ma non bisogna dimenticare anche alcune figure di mistiche straordinarie che vissero cibandosi della sola Eucaristia come fece la Serva di Dio Marta Robin per 53 anni, o la Beata Alexandrina Maria da Costa per 13 anni, o Teresa Neumann per 36 anni.

    Qual è il prodigio che scaturisce dai Miracoli Eucaristici?
    Salzano: Un Prodigio potrebbe essere quello di spingerci a porre l’Eucaristia al centro della nostra esistenza e ad accogliere l’invito del nostro amato Papa Benedetto XVI a credere che: “L’Eucaristia rende costantemente presente il Cristo risorto, che a noi continua a donarsi, chiamandoci a partecipare alla mensa del suo Corpo e del suo Sangue” , e che “dalla piena comunione con Lui scaturisce ogni altro elemento della vita della Chiesa, in primo luogo la comunione tra tutti i fedeli, l’impegno di annuncio e di testimonianza del Vangelo, l’ardore della carità verso tutti, specialmente verso i poveri e i piccoli”. Accogliamo dunque l’invito di Papa Benedetto XVI “di intensificare nei prossimi mesi l’amore e la devozione a Gesù Eucaristia e di esprimere in modo coraggioso e chiaro la fede nella presenza reale del Signore”.

    tratto da agenzia Zenit

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    Ti ringrazio caro Uva.

    Augustinus

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    IL SANGUE DI DIO

    di Tony ASSANTE

    Clamoroso documento fotografico.

    Siamo nell’ “Anno Eucaristico” voluto da Giovanni Paolo II. Alla fine di maggio, a Bari si terrà il “XXIV Congresso Eucaristico Nazionale”, alla cui conclusione, il 29 maggio, sarà presente anche Papa Benedetto XVI, nel suo primo viaggio apostolico fuori Roma.

    Varie e interessanti pubblicazioni si sono susseguite in questi mesi sull’Eucarestia. Tra esse, segnaliamo il libro di Renzo Allegri, “Il sangue di Dio. Storia dei miracoli Eucaristici”, pubblicato dall’Editrice Ancora, in libreria a partire dall’11 maggio, perchè in esso l’autore riporta un fatto incredibile accaduto proprio nel nostro tempo. Uno di quei fatti inspiegabili, che hanno le caratteristiche di un “segno” soprannaturale, di un autentico “prodigio” eucaristico. Si tratta, come racconterò più avanti, di un’ostia che, nel corso della Messa, al momento della consacrazione si solleva in aria e vi resta fino al momento della Comunione. E il fatto, che si è verificato nella Basilica Sotterranea di Lourdes, è documentato da immagini inequivocabili perchè quella Messa era ripresa in diretta dalla televisione francese. Da quel filmato abbiamo preso le foto che accompagnano questo scritto. Non sono di buona qualità proprio perchè ricavate da un video, ma sono un documento eccezionale. Si vede come l’ostia, che nel primo fotogramma aderisce perfettamente alla patena, poi si alza e resta sollevata in aria, staccata dalla patena di circa un centimetro. Il filmato, che riprende il fenomeno nel suo formarsi, è veramente impressionante.

    Ma torniamo al libro “Il sangue di Dio”. Renzo Allegri, giornalista e scrittore, autore di oltre quaranta libri, tra i quali anche nove volumi dedicati a Padre Pio, ha affrontato il tema, delicato e importantissimo, dei “miracoli eucaristici” attenendosi soprattutto ai fatti di cronaca.

    E’ partito dall’ultima Cena di Gesù, quando il Maestro Divino ha istituito l’Eucarestia. Quindi, è partito dal primo Miracolo eucaristico, il miracolo dei miracoli. E, procedendo in forma cronologica, ha messo in fila i più noti fatti prodigiosi che la Storia ricorda, legati appunto alla Eucarestia, inserendoli nel contesto ideologico del tempo in cui si sono verificati e raccontandoli con la chiarezza e la precisione del cronista.

    <<L’Eucarestia è un mistero così grande>>, dice Allegri <<che confonde e spaventa la mente umana. Il Catechismo della Chiesa Cattolica insegna che nel Santissimo Sacramento dell’Eucarestia “è contenuto veramente, realmente, sostanzialmente il Corpo e il Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo, con l’anima e la divinità, e, quindi, il Cristo tutto intero”. Quei tre termini “veramente, realmente, sostanzialmente” fanno tremare chiunque si soffermi a meditarli. Infatti, lungo il corso dei secoli, molti teologi, incapaci di credere a un mistero così grande, hanno cercato di dare spiegazioni più accettabili per la mente umana, allontanandosi però dalla sublime realtà insegnata da Gesù. La Chiesa è sempre intervenuta, fin dai primi tempi del Cristianesimo, condannando queste erronee interpretazioni che sono note con il termine di eresie. Ma anche la Provvidenza è intervenuta con “fatti prodigiosi” per richiamare l’attenzione degli uomini sulla reale presenza di Cristo nell’Eucarestia. Quei fatti sono i “Miracoli Eucaristici”.

    Nel suo libro, Allegri ne racconta una sessantina, tra quelli più noti e più documentati, a cominciare dal miracolo di Lanciano, uno dei più famosi, verificatosi a metà del secolo VIII. Riferisce, naturalmente, il miracolo di Bolsena, quello di Alatri, di Ferrara, di Firenze, di Torino, di Siena, e anche tanti accaduti fuori Italia. Fatti strepitosi, che si sono verificati nei secoli passati. Il libro, infatti, si ferma all’Ottocento. Viene quindi spontanea la domanda: <<Ma perchè nel nostro tempo non ci sono più “miracoli eucaristici”>>?

    <<Ce ne sono>>, dice Allegri <<ma proprio perchè sono recenti vanno lasciati sedimentare. Sarà il tempo a decidere se si tratta di eventi prodigiosi o solo di cose illusorie. Nel mio libro mi sono volutamente fermato all’Ottocento per riferire solo episodi che, nell’ambito della tradizione cattolica, sono universalmente ritenuti validi>>.

    Ed è a questo punto che Allegri inserisce il fatto accaduto a Lourdes nel 1999. <<L’ho inserito nel libro>>, dice <<perchè è veramente sconcertante e supportato da una documentazione televisiva così clamorosa da togliere il fiato. Non lo si può chiamare “miracolo eucaristico” perchè su di esso non esiste un giudizio da parte dell’Autorità ecclesiastica. Ma è certamente un evento che fa molto riflettere>>.

    Il 7 novembre 1999 nella Basilica inferiore di Lourdes si teneva una Messa solenne. Era celebrata dall'arcivescovo di Lione e con lui concelebravano l’allora arcivescovo di Parigi, cardinale Jean-Marie Lustiger, molti vescovi francesi, molti sacerdoti e tutti i superiori dei monasteri trappisti del mondo. La cerimonia era trasmessa in diretta dalla televisione francese.

    I celebrante aveva sull’altare per la Consacrazione due ostie molto più grandi di quelle che usano i sacerdoti italiani, come del resto è consuetudine in Francia. All'inizio della messa, le due ostie appaiono nel filmato appoggiate l’una sull’altra formando un corpo unico, tanto che non ci si accorge neppure che sono due e non una sola. Sono poste sulla patena, una specie di vassoio, e vi aderiscono perfettamente. Nel filmato ci sono diverse inquadrature che le riprendono in quella posizione e non ci sono dubbi che le due ostie siano fisicamente appoggiate l’una sull’altra e aderiscano alla patena. Al momento dell’ “epiclesi”, cioè quando i sacerdoti stendono le mani invocando lo Spirito Santo, si verifica il fenomeno.

    Si vede l’ostia superiore che si stacca dalla sottostante e si solleva. Il movimento è impressionante: l' ostia si alza come se sotto di essa fosse scattata una molla e oscilla tre, quattro volte nell' aria prima di prendere una posizione fissa, orizzontale, a circa un centimetro dalla sottostante, e rimane poi in quella posizione fino alla fine del canone.

    La ripresa televisiva mette in evidenza vari momenti della cerimonia, durante i quali il celebrante si muove, si sposta, ed è così possibile vedere, attraverso le due ostie, una sollevata nell’aria e l’altra aderente alla patena, il colore dei paramenti indossati dal celebrante. Poichè il filmato con queste immagini è abbastanza lungo e ricco di primi piani, si ha la possibilità di acquisire, con ragionevole certezza, che non si tratta assolutamente di illusione ottica o di inganno di prospettiva. Esperti del settore, dopo attento esame del filmato, hanno escluso nel modo assoluto una manipolazione tecnica delle immagini.

    Miracolo? Come già detto, le autorità ecclesiastiche, interpellate varie volte, hanno scelto di non fare commenti ufficiali. Però, chiunque vede quel filmato prova un’emozione indescrivibile perchè assiste con i propri occhi al verificarsi di un qualche cosa che razionalmente non ha spiegazioni.

    Si vedono le due Ostie ferme sulla patena, tanto da sembrare una sola. P.S. Notate i vasi sacri ... modello ospedale (con scodelle di varie dimensioni) ... un vero scempio. Ed è davvero un miracolo che Cristo abbia voluto manifestare la sua potenza dinanzi a simili scempi. Ciò dimostra al contempo quanto ci ami!

    I Celebranti iniziano la preghiera detta “epiclasi”, cioè l’invocazione dello Spirito Santo, che precede la Consacrazione, e le due ostie sono sempre aderenti alla patena

    Sempre mentre i celebranti recitano la preghiera d’invocazione allo Spirito Santo, una delle due ostie comincia ad alzarsi.

    Continua la preghiera allo Spirito Santo, e l’Ostia superiore si è completamente staccata dall’altra, ha preso una posizione orizzontale restando sospesa in aria.

    La Messa continua, e l’Ostia resta sempre sollevata in aria.

    Altro momento della Messa che continua, e l’Ostia è sempre distaccata da ogni appoggio fisico.

    Primo piano dell’Ostia sollevata in aria, che evidenza senza ombra di dubbio che non appoggia su niente. Nel filmato tutto questo è chiaro, inequivocabile e stupefacente.

    FONTE

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    PAOLO VI

    ANGELUS DOMINI


    Domenica, 8 agosto 1976

    Voi già lo sapete: noi oggi, nel pomeriggio, andremo a Bolsena, e, a Dio piacendo, vi celebreremo la S. Messa, e in collegamento radiovisivo invieremo alla fine un breve messaggio al Congresso Eucaristico Internazionale di Filadelfia, negli Stati Uniti d’America.

    Perché Bolsena? perché Filadelfia? Per un motivo religioso, eucaristico anzi. Bolsena è celebre per il suo miracolo, avvenuto nel 1263, quando un Sacerdote boemo pellegrino di passaggio, celebrando la S. Messa sull’altare della martire, ancora tanto onorata a Bolsena, tormentato dal dubbio circa la reale presenza di Gesù Cristo nell’Eucaristia, cioè circa la «transustanziazione» del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue del Signore, vede che il Sangue bagna la piccola tovaglia, detta Corporale, sulla quale è compiuto il santo rito del sacrificio eucaristico. Meraviglia e stupore dei presenti. Subito il sacro Corporale, macchiato dal Sangue divino, fu portato alla vicina Orvieto, dove allora risiedeva il Papa, nostro lontano predecessore, Urbano IV (1261-1264), il quale, verificato il prodigio, istituì la festa del « Corpus Domini », dando così estensione in tutta la Chiesa al culto pubblico e solenne dell’Eucaristia, già diffuso in quegli anni nelle Fiandre (in reazione all’eresia di Berengario contraria appunto alla transustanziazione). Ne derivarono due capolavori : il Duomo di Orvieto, e l’officiatura liturgica di S. Tommaso d’Aquino, allora vivente, sull’Eucaristia. Orvieto conservò il Corporale del miracolo, ma Bolsena la memoria ed il culto del fatto originario; così che, dopo non breve attesa, noi oggi conferiremo alla Chiesa del miracolo il titolo di Basilica minore.

    La quale così sarà spiritualmente qualificata a lanciare il nostro benedicente saluto alla Chiesa di Filadelfia, dove con semplicità pari alla solennità, presente il nostro Legato Cardinale Knox, e assistenti centinaia di Vescovi, migliaia di Sacerdoti, di Religiosi, di Religiose, di giovani forti e fedeli, di cattolici americani e provenienti da tutto il mondo adoreranno e ameranno Gesù Cristo nel sacrificio eucaristico, celebrando l’unità e l’universalità della Chiesa cattolica, tutta impegnata a corrispondere in spirito di servizio ad ogni legittima «fame» del mondo e ad accendere nell’umanità la fede, la speranza, l’amore.

    Questo nostro desiderato intervento spirituale e televisivo da Bolsena a Filadelfia ci sembra molto bello e significativo. Che i vostri cuori siano pure presenti. Anche perché la Madonna sarà certo con tutti noi.

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    UDIENZA GENERALE DI PAOLO VI

    Mercoledì, 31 maggio 1972

    Celebreremo domani la festa del «Corpus Domini», cioè dell’Eucaristia, la cui istituzione già la Chiesa ha commemorato nel Giovedì Santo, rievocando e rinnovando sacramentalmente l’ultima Cena del Signore, così strettamente inserita nel dramma della Passione da non concedere alla coscienza dei singoli fedeli e della loro comunità il tempo di sostare in particolare riflessione sul mistero compiuto e reso perenne della permanenza reale di Gesù nella Chiesa stessa, e del rinnovarsi e moltiplicarsi del sacrificio di Cristo, in modo incruento, nel rito eucaristico. La festa del «Corpus Domini» è perciò un ripensamento di quel fatto e di quel mistero. Nacque come devozione di anime fervorose nel secolo XIII, nelle Fiandre, e liturgicamente nella Chiesa universale dopo il miracolo di Bolsena, per merito di Papa Urbano IV, con la famosa Bolla Transiturus del 1264, di cui, anni or sono, celebrammo il settimo centenario. La centralità teologica del mistero eucaristico, e cioè la presenza sacramentale di Cristo vivo e vero fra noi e la sua effettiva rappresentazione sacrificale, meritava questa riflessa festività, mentre l’economia della sua indefinita possibilità di moltiplicarsi dovunque tale qualificata memoria fosse celebrata esigeva una difesa, un’apologia, una apoteosi del Cristo immolato e presente quale alimento di salvezza e di vita per ciascuno e per tutti i suoi fedeli seguaci. Questo vi vogliamo dire, e tanto ora basti per questo accenno alla festa del «Corpus Domini»: l’Eucaristia è per noi pellegrini sulla terra destinati al cielo il punto focale, accecante e illuminante, di tutto l’ordinamento reale della nostra religione cristiana, ch’è presenza dell’Emanuele, cioè del Dio con noi, che è redenzione cioè d’una vittima divina per noi, e ch’è insomma un disegno di comunione divina in noi. Più è denso, più è insolito, più è miracoloso il mistero eucaristico al nostro pensiero profano (ricordate la discussione di Cafarnao: «questo linguaggio è duro, e chi mai può ascoltarlo?» (Io. 6, 61) e più si rende chiaro, logico, persuasivo, beatificante all’uomo che crede e che ama Gesù Cristo. L’Eucaristia: qui è Lui.

    Dovremmo, Figli carissimi, approfondire il mistero dell’Eucaristia, proprio in ordine alle condizioni interne ed esterne della Chiesa ai nostri giorni: circa la presenza di Cristo sotto le specie del pane e del vino, e perciò circa quella sua realtà viva e vera che la teologia cattolica chiama «transustanziazione»; circa il significato non solo di cena, ma anche di vero sacrificio, ch’è l’immolazione incruenta della carne e del sangue di Cristo, raffigurata nell’oblazione del pane e del vino (Cfr. M. De LA TAILLE, Mysterium Fidei, p. 457: «l’Eucaristia non è sacramento, se non in quanto è sacrificio»); circa la necessità d’un divino potere ministeriale, cioè sacerdotale per operare un così prodigioso mistero; circa l’esigenza d’avere l’anima purificata da ogni grave peccato prima di accedere alla mensa eucaristica (Cfr. Matth. 22, 12; 1 Cor. 11, 28-29); circa la comprensione della carità e dell’unità, come effetto specifico dell’Eucaristia, cioè come sacramento ecclesiale per eccellenza (sempre devono risuonare nei nostri spiriti le celebri esclamazioni di S. Agostino: O sacramentum pietatis! o signum unitatis! o vinculum caritatis! (S . AUG. In Io. tract. 26, 13; PL 35, 1612-1613); e sempre dobbiamo ricordare come S. Tommaso veda l’effetto proprio, la grazia, la res dell’Eucaristia nell’«unità del corpo mistico, senza la quale non vi può essere salvezza; a nessuno infatti è aperto l’ingresso della salvezza, fuori della Chiesa» (S. TH. III, 73, 3).

    Sarà bene inoltre rivendicare, contro certe negazioni qua e là circolanti, la permanenza della presenza reale di Cristo nelle specie eucaristiche anche oltre la celebrazione della Messa, durante la quale esse furono consacrate. Cristo rimane; ed allora si giustifica, anzi si esige un culto specialissimo dell’Eucaristia anche fuori della Messa, come la fede e la pietà della Chiesa ha sempre professato e come nei tempi a noi più vicini ella ha promosso e sempre con maggiore riverenza e solennità celebrato (Cfr. F. W. FABER, The blessed Sacrament; si veda specialmente Eucharisticum Mysterium, in AAS 1967, p. 539 ss.). Così che il culto del Tabernacolo, l’adorazione privata e pubblica del SS. Sacramento, la processione, o il culto solenne fuori del tempio, in occasione della festa del «Corpus Domini» (noi la celebreremo domani, a Dio piacendo, alla Parrocchia del SS.mo Sacramento, a Centocelle), i Congressi Eucaristici hanno la loro ragione d’essere secondo la fede, la teologia, la liturgia, la pietà individuale o collettiva.

    Diamo, Figli e Fratelli, somma importanza all’Eucaristia, nella S. Messa specialmente, cuore della nostra religione e nella comunione con Cristo, Pane della vita, ch’essa ci offre, e avremo dato alla nostra fede l’espressione più alta, alla Chiesa la sua genuina vitalità, alle nostre anime la scuola e l’alimento della nostra santificazione, al mondo stesso il faro della sua unità e della sua pace (Cfr. VONIER, La chiave della dottrina eucaristica, p. 247 ss.).

    Esortazione vivissima, voto cordialissimo! Con la nostra Apostolica Benedizione.

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    UDIENZA GENERALE DI PAOLO VI

    Mercoledì, 9 giugno 1971

    Domani è il «Corpus Domini», la festa dedicata all’Eucaristia. Ogni volta che si celebra la santa Messa si ricorda, si rinnova, si onora il sacramento della presenza e del sacrificio di Cristo nei segni del pane e del vino e nell’azione della sua immolazione redentrice. E questo è mistero così grande, così palese nei simboli che lo rappresentano e così nascosto nella realtà ivi contenuta, e così nostro, cibo per la nostra fame di vita, viatico del nostro pellegrinaggio nel tempo, amico per ciascuno che lo voglia al suo colloquio, centro e principio di unione ecclesiale, meraviglia religiosa incomparabile e inesauribile, che, ad un dato momento della storia della Chiesa, fu nel secolo XIII , e in un dato Paese, celebre allora per l’intensità della sua vita religiosa, le Fiandre, per devota iniziativa di Sante Donne (emule di quelle evangeliche, che prime accorsero al sepolcro, lo trovarono vuoto, ed ebbero e diedero notizia della risurrezione del Signore), come le mistiche: la Beata Ida di Lovanio e specialmente la Beata Giuliana di Liegi, e altre, si sviluppò il culto dell’Eucaristia fuori della Messa. Papa Urbano IV, già arcidiacono di Liegi, dopo il miracolo di Bolsena, con la Bolla Transiturus (1264), rimasta celebre e confermata più tardi da Clemente V, primo Papa avignonese (1312), istituì la festa, che tuttora celebriamo, del «Corpus Domini», con la magnifica officiatura composta da S. Tommaso d’Aquino, e con la sede poi costruita dell’incomparabile Duomo di Orvieto.

    PRESENZA REALE

    Il fatto della istituzione tardiva, al confronto di quelle dei primi secoli, di questa festa e della diffusione del culto del sacramento eucaristico, non deve meravigliarci; esso sta a testimoniare la progressiva coscienza che la Chiesa acquista dei tesori di verità e di grazia che porta con sé, e la carità crescente con cui risponde al grande e misterioso dono divino; sempre la Chiesa ebbe fede nella presenza di Cristo nelle specie sacramentali, anche oltre e fuori della celebrazione del sacrificio eucaristico (cfr. l’invio dei smcta, o del fermentum, dalla Messa pontificale ai titoli presbiterali, o da una Messa precedente alla successiva; la conservazione dell’Eucaristia per gli infermi, ecc) (Cfr. Innoc. PL 20, 556; DUCHESNE, Origines, p. 196; DENZ.-SCH., 835-452; ecc.).

    È questa una delle prove che nella liturgia della Chiesa il contenuto prevale sul rito, la res sul sacramentum; e noi perciò dobbiamo onorare l’Eucaristia per la Realtà, ch’essa a noi offre, ancor più che le forme storiche e rituali con cui è celebrata. La pietà eucaristica ha un’estensione maggiore del breve momento celebrativo della Cena sacrificale del Signore. Il Signore rimane nelle specie sacramentali; e questa permanenza non solo giustifica, ma esige il culto suo proprio: l’adorazione specialmente, la santa comunione fuori della Messa, se durante la Messa non fu possibile, la processione solenne - e sarebbe rito proprio della festa di domani.

    Detto questo noi fermeremo oggi la nostra attenzione ad un comportamento spirituale vigiliare: la preparazione.

    LA PREPARAZIONE

    L’accesso all’Eucaristia richiede una preparazione. Basta pensare quale fatto sia la santa comunione, alla quale siamo dalla Chiesa e dal carattere proprio di questo sacramento tanto pressantemente invitati. Sempre l’avvertenza della presenza divina incute all’uomo più timore che attrattiva (Cfr. Luc. 5, 8); ma l’Eucaristia, sotto le vesti del cibo e della bevanda, esercita subito l’attrattiva, più che il timore; è mediante la forma più familiare, più umile, più invitante ch’essa si presenta e quasi ci vuole: «Venite a me tutti» (Cfr. Matth. 11, 28; Imit. di Cr. IV, 1). Ma questo incontro ineffabile della nostra anima con Cristo vivo e vero non può avvenire senza una profonda riverenza, senza uno sforzo di comprensione, senza un ossequio alla stessa volontà di Gesù che ci attende e ci invita. Che cosa vuole il Signore da noi quando ci accostiamo alla santa Eucaristia?

    Oh, qui i Maestri della devozione hanno detto tante bellissime cose. Scegliamone ora tre, delle quali non ci dovremmo mai scordare.

    La prima è la fede. È al «mistero della fede», per eccellenza che noi osiamo avvicinarci; non dovremmo mai dimenticare la fede, cioè la forza agente della Parola di Dio, testimoniata dalla Chiesa, mentre entriamo in questa sfera di realtà, che la Parola di Dio, di Cristo ci rivela presenti e operanti. Diciamo con l’umile personaggio evangelico: «Io credo, o Signore, ma tu aiuta la mia incredulità!» (Marc. 9, 23). Quali analisi psicologiche, quali effusioni spirituali ci offrono simili parole! Ed è ciò che Cristo domanda a coloro che cercano Lui, come alimento di vita eterna: Egli insegna: «Questa è l’opera di Dio (che dovete fare); che crediate in Colui che Egli ha mandato» (Io. 6, 29).

    E poi occorre un esame di coscienza. S. Paolo, proprio svolgendo ai Corinti la catechesi sull’Eucaristia, dice gravemente: «Chi mangia il pane, o beve il calice del Signore indegnamente, sarà reo del Corpo e del Sangue del Signore. Che ciascuno esamini se stesso, prima di mangiare di quel pane e bere di quel calice; poiché chi mangia e beve indegnamente, se non distingue il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna» (1 Cor. 11, 27-29). Occorre avere l’anima pura, occorre avere ricuperato la grazia mediante la penitenza, il sacramento della riabilitazione, prima di accedere all’abbraccio di Cristo. Oggi v’è chi tenta esonerare i fedeli da questa indispensabile condizione; ma sono «fedeli» quelli che se ne dispensano?

    SACRAMENTO DELL'UNITÀ

    E finalmente una terza preparazione, anche questa prescritta da Cristo. Egli ci ammonisce, nel discorso della montagna: «Se tu, nel fare la tua offerta all’altare, ti rammenti che il tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia la tua offerta davanti all’altare, e va’ prima a riconciliarti col tuo fratello; poi ritorna a fare l’offerta» (Matth. 5, 23). Cioè, non si può ambire alla comunione con Dio, con Cristo, se non si è in comunione con i fratelli. Occorre una preparazione di carità fraterna, se vogliamo godere del sacramento della carità e dell’unità, ch’è l’Eucaristia. Anche questa, quale lezione! quale trasformazione di cuori esige la nostra frequenza alla santa comunione! quale fecondità pratica e sociale può e deve generare la nostra pietà religiosa! la pace, il perdono, la concordia, l’amore fraterno, la bontà! quale atmosfera umana deve circondare l’atto sovrumano della comunione con Cristo! Cose note, sì; ma quali cose! Vi ripeteremo, per concludere, le parole di Gesù: «Se voi sapete queste cose, sarete beati se le metterete in pratica» (Io. 13, 17).

    Ciascuno ci pensi. Si tratta della nostra preparazione alla festa del «Corpus Domini». Sia valida per tutti, con la Nostra Benedizione Apostolica.

  9. #9
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    PAOLO VI

    ANGELUS DOMINI


    Solennità del «Corpus Domini»

    28 maggio 1978

    Come ormai si sa, la festa del «Corpus Domini» dal giovedì della scorsa settimana è trasferita in Italia a questa domenica. Successiva a quella della Santissima Trinità; ed è festa solenne, che intende onorare in modo speciale il mistero dell’Eucaristia, che il calendario ha celebrato nel Giovedì Santo, nel cuore della Settimana Santa.

    Perché questa ripetizione? Perché è mistero così grande e così singolare, che merita d’essere ripensato: e perché di natura sua, esso vuole essere rinnovato, istituito com’è «memoriale» d’un prodigio, che non si estingue, ma che vuole essere ricordato ad ogni cristiano e ad ogni giorno del suo pellegrinaggio terrestre; e la stessa veste che lo ricopre, quella delle specie di pane e di vino, mentre autorizza, anzi raccomanda l’abitudine di nutrirsi di questo divino alimento, può attenuare nei convitati la meraviglia, l’entusiasmo, l’adorazione, che esso è destinato a suscitare sempre, senza mai esaurire, non solo in se stesso, ma altresì nelle anime, il suo sorprendente carattere trascendente e soprannaturale.

    La festa del «Corpus Domini» vuole essere proprio quella dell’esaltazione, dell’entusiasmo, della solennità, anche esteriore, perché davvero offre al nostro culto, anzi anche alla nostra personale ed interiore devozione, un motivo, Cristo stesso, di obbligante celebrazione ed insieme di inebriante e religiosa intimità. Non per nulla la realtà (la «res»), cioè l’effetto supremo di questo sacramento lo chiamiamo «comunione», quasi il «compimento della vita spirituale» (Cfr. S. THOMAE Summa Theologiae, III, 73, 3).

    Perciò noi tutti dovremo accogliere con cosciente giocondità la ricorrenza di questa sempre viva e fiorente celebrazione. Noi personalmente andremo questo pomeriggio alla Basilica di San Paolo per presiedere al rito, tanto bello, popolare insieme e festivo; e noi osiamo raccomandare a tutti, anche a quanti non possono intervenire, di riservare a Cristo Gesù, nell’Eucaristia, qualche momento di particolare fervore.

    Maria sarà con noi.


  10. #10
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