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  1. #181
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    Predefinito Pochi giorni prima della morte di Suor Lucia

    Gibson proietta «The Passion» davanti alla veggente di Fatima

    LA STORIA

    Messori Vittorio


    Lo si è saputo solo grazie all' indiscrezione di un piccolo giornale della provincia portoghese. Mel Gibson aveva fatto di tutto perché la cosa restasse segreta e per non essere così sospettato di pubblicità indebita. Ma la sua notorietà è ormai troppo grande per passare inosservato. Così, la notizia è trapelata: la 96enne Lucia dos Santos (in religione suor Maria Dolores) e le sue consorelle carmelitane del monastero di Coimbra, in Portogallo, hanno voluto iniziare gli esercizi spirituali con la proiezione di The Passion, una cui copia in dvd è stata portata dall' attore-regista e dalla moglie, Robin Moore. Assieme al film, Gibson recava un assegno di molte decine di migliaia di dollari, per aiutare i monasteri di clausura nel mondo, ridotti spesso a un' indigenza che confina con la miseria. La visita e l' insolita proiezione (Gibson stesso aveva con sé uno schermo portatile) non sono state facili e per realizzarle è stata necessaria una lunga trafila di autorizzazioni. La clausura dell' ultima veggente vivente di Fatima è protetta rigorosamente, anche per volontà della religiosa che desidera vivere nel nascondimento e nella contemplazione, al riparo dalla curiosità spesso morbosa da cui è circondata da decenni. Per incontrarla (naturalmente solo dietro la doppia grata del parlatorio del monastero) non basta il permesso della Superiora della comunità e neanche quello del vescovo locale, ma occorre un nulla osta del cardinal Joseph Ratzinger, Prefetto dell' ex Sant' Uffizio. È lo stesso porporato che ha steso il commento teologico quando il Papa decise finalmente di rendere pubblico il celeberrimo Terzo Segreto, quarant' anni dopo la data che suor Lucia stessa aveva indicata per suggerimento (disse) dall' Alto. Le difficoltà, comunque, sono state superate anche per il desiderio esplicito della veggente che era rimasta impressionata dal fatto che Giovanni Paolo II stesso (con cui ha un rapporto affettuoso e dal quale, si dice, è talvolta consultata) aveva voluto visionare una copia ancora incompleta di The Passion, commentando, alla fine: «È andata proprio così». Mel Gibson, come si sa, è un cattolico militante per la difesa della Tradizione e dell' ortodossia, appoggia il movimento(singolarmente forte e vasto negli Stati Uniti) per il ritorno alla messa in latino, secondo la liturgia detta di San Pio V, ed è un frequentatore devoto di pellegrinaggi ai santuari mariani. Così, si è saputo che questa non è stata la sua prima visita a Coimbra: già nel 2003, nel pieno della lavorazione del film, si era presentato al monastero in compagnia di Jim Caviezel, l' attore - di origine ebraica - chiamato al compito arduo di interpretare il Gesù sofferente. Un ruolo, disse, la cui responsabilità lo spaventava e per il quale, quindi, desiderava aiuto spirituale. Lo stesso timore reverenziale impedì a Gibson di assegnarsi nel film una parte, per quanto piccola, e volle solo che la camera inquadrasse le sue mani che configgevano il primo chiodo nel palmo di Gesù. Intese anche così ribadire la sua fede nel valore redentivo di quella Passione. Gibson e Caviezel quella volta, per mancanza di autorizzazioni, non avevano potuto vedere suor Lucia ma avevano pregato la Superiora, madre Celina, di chiederle speciali orazioni per il buon esito di un lavoro che voleva essere esplicitamente opera di apostolato. Un progetto così provocatoriamente «cattolico» e giudicato tanto anacronistico, anche per la scelta di far parlare gli attori in latino ed aramaico, che le maggiori agenzie sia americane che europee si rifiutarono di distribuirlo. Salvo poi ricredersi rapidamente, quando nella prima settimana, e nelle poche sale disponibili, The Passion recuperò i 25 milioni di dollari della produzione e cominciò una scalata impressionante che lo ha portato ormai ad un incasso dieci volte superiore all' investimento. Nel frattempo, si sono spente le polemiche per il temuto carattere antisemita di una pellicola la cui visione ha traumatizzato molti ma ha anche tranquillizzato altri. Il successo continua ora in cassetta e in dvd: sono ormai poche, nel mondo, le parrocchie cattoliche (molte anche quelle protestanti) che non dispongano di una copia per la formazione e l' evangelizzazione, e sono sorte organizzazioni per la diffusione militante. È significativo che le austere claustrali del monastero di Coimbra abbiano voluto aprire i loro esercizi spirituali con questa proiezione, commentata dallo stesso regista nel più insolito dei cineforum: da dietro la grata, Gibson seguiva il film sullo schermo montato nel parlatorio delle monache, con suor Lucia seduta sulla sedia speciale cui la costringe l' artrosi. Non si conoscono i commenti della religiosa, ormai quasi centenaria. Se ce ne sono stati, devono essere stati i più preziosi per l' artista, ben consapevole che le apparizioni di Fatima sono state riconosciute ufficialmente dalla Chiesa, che gli altri due veggenti sono già stati beatificati, che Giovanni Paolo II stesso ha legato la sua sorte ai «segreti» di questa apparizione. E che, dunque, Lucia dos Santos è (almeno per i cattolici come Gibson) la sola persona al mondo che ha visto con i suoi occhi, e per più volte, quella Madonna che egli ha tentato di rappresentare sullo schermo. messori@numerica.it

    Fonte: Corriere della Sera, 11.2.2005, pag. 6

  2. #182
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    In rilievo per tutta la settimana Santa

  3. #183
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    18 Marzo 2005
    Pakistan: dalla Passione di Cristo l'impegno a combattere le ingiustizie sociali
    di Qaiser Felix

    Faisalabad (AsiaNews) – Il rapporto tra la Passione di Cristo e la situazione attuale dei cristiani in Pakistan è il tema su cui hanno riflettuto alcuni insegnanti di Faisalabad in occasione di un seminario di preparazione alla Pasqua. Il fine è stato elaborare alcune proposte per incoraggiare i giovani a combattere ingiustizia e discriminazione.

    L’incontro svoltosi nella città pakistana il 13 marzo scorso ha avuto come momento centrale la visione del film di Mel Gibson, “The Passion of Christ”.

    Il seminario si è aperto con preghiere e canti. James Lal, coordinatore dell’incontro, ha invitato a riflettere sugli ostacoli frapposti all’opera di Gesù dalle autorità politiche e religiose del suo tempo. Lal ha ricordato che Gesù predicava la Parola di Dio nei templi, nelle sinagoghe, nelle case e per le strade. Era amato dalla gente semplice, ma osteggiato dalle autorità che lo vedevano come una minaccia alla stabilità sociale e religiosa. “Non compresero Gesù e le sue parole – ha detto Lal – i loro occhi e le loro menti erano chiusi e così lo crocifissero”.

    Subito dopo questa introduzione i partecipanti hanno assistito alla proiezione della pellicola di Gibson, spunto per un dibattito, che mirava a trovare i paralleli tra figure evangeliche come Ponzio Pilato e Giuda iscariota e la società pakistana ed a proporre attività con le quali aiutare gli studenti a riconoscere e combattere povertà e ingiustizia sociale.

    Tra gli spunti proposti: studiare le cause della povertà; assicurare sostegno alle famiglie dei villaggi incoraggiandole a mandare i figli a scuola, soprattutto le ragazze; spronare i giovani a crescere fisicamente, mentalmente e moralmente attraverso il dialogo sull’attualità e i problemi sociali.

    tratto da Asianews.it

  4. #184
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    Salve,
    questo è il mio primo messaggio nel sito di cattolici romani, e colgo l'occasione per complimentarmi su quello che è il reportege del film " the passion"; le immagini spesso parlano più di un film. Contemplare la passione di Cristo attraverso il messaggio di una immagine imprime in noi l'essenza della sofferenza che Gesù ha patito nella passione fino alla morte di croce.
    L'amore perfetto che si dona ai peccatori e a coloro che lo hanno ucciso, ci insegna a perdonare e ad amare il prossimo come Egli ci ha insegnato.

    Un saluto
    in Gesù e Maria
    Francesca

  5. #185
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    Originally posted by francesca
    Salve,
    questo è il mio primo messaggio nel sito di cattolici romani, e colgo l'occasione per complimentarmi su quello che è il reportege del film " the passion"; le immagini spesso parlano più di un film. Contemplare la passione di Cristo attraverso il messaggio di una immagine imprime in noi l'essenza della sofferenza che Gesù ha patito nella passione fino alla morte di croce.
    L'amore perfetto che si dona ai peccatori e a coloro che lo hanno ucciso, ci insegna a perdonare e ad amare il prossimo come Egli ci ha insegnato.

    Un saluto
    in Gesù e Maria
    Francesca
    Grazie, Francesca. E benvenuta tra noi

  6. #186
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    Sì, sì, benvenuta


  7. #187
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    21 Marzo 2005
    Pakistan, folla di cattolici per la messa delle Palme
    I fedeli invitati alla preghiera e a vedere il film "The Passion" di Gibson.
    di Qaisir Felix

    Faisalabad (AsiaNews) – Centinaia di cattolici hanno partecipato alla messa della domenica delle palme nella parrocchia di Waris pura, la più grande della diocesi di Faisalabad. Bambini, giovani, uomini e donne hanno preso parte alla processione con i rami di ulivo, cantando inni e canzoni religiose: numerose strade di quartieri cristiani sono stati addobbati con palme e fiori. I fedeli hanno poi partecipato alla messa nella chiesa del Santo Rosario: molti sono rimasti all’esterno della chiesa che era stracolma di gente.

    La stessa grande partecipazione si è verificata in molte altre chiese cristiane e cattoliche del paese.

    Nel corso della sua omelia padre Patrick, domenicano, parroco della chiesa del Rosario, ha invitato i presenti a ricordare durante questa settimana santa “il dolore e sofferenza che Gesù ha patito” accettando la crocifissione “per i nostri peccati in vista della nostra salvezza e della vita eterna”. “Non dobbiamo rigettare Cristo come fece la gente del suo tempo” ha rimarcato p. Patrick “ma invece siamo chiamati ad abbracciarlo con tutto il cuore e con più devozione”. Questo – secondo il religioso – comporta il “prendersi cura della gente che intorno a noi soffre e vive nella sofferenza e nel bisogno”.

    Il celebrante ha inoltre invitato i fedeli a vedere il film “La Passione di Cristo” di Mel Gibson: “Si tratta” ha sottolineato il sacerdote “di un film che descrive molto bene il dolore e l’agonia di Gesù nelle sue ore finali, prima della sua crocifissione”.

    “Questo è il tempo” ha concluso il religioso domenicano “di lasciarci lacerare come Cristo ha fatto sulla croce: per questo seguiamo l’esempio dei santi che hanno affrontato con coraggio tutte le difficoltà per testimoniare Gesù”.

    È noto che i cristiani in Pakistan cristiani (il 2,5% della popolazione, circa 3milioni 800mila). vivono una situazione difficile: da una parte soffrono le violenze degli estremisti islamici, dall’altra non sono aiutati dalle autorità pubbliche che anzi hanno avvallato una legge sulla blasfemia che spesso è uno strumento nelle mani dei fondamentalisti.

    I cattolici pakistani (1.288.000) stanno vivendo con grande fervore il tempo della quaresima: ogni venerdì la celebrazione della via crucis attrae molti più fedeli delle celebrazioni normali, e parecchi di loro osservano la pratica del digiuno.

    tratto da
    Asianews.it

  8. #188
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    2005-03-23

    Dietro le quinte de “La Passione di Cristo”

    Intervista con padre John Bartunek sul film di Mel Gibson

    NEW YORK, mercoledì, 23 marzo 2005 (ZENIT.org).- Un religioso che ha trascorso quasi due anni sul set de “La Passione di Cristo” ha scritto un’analisi spirituale del film di Mel Gibson.

    Padre John Bartunek, della Congregazione dei Legionari di Cristo, autore di “Inside the Passion” (“Dentro la Passione”), ha condiviso con ZENIT i vari livelli di significato e di abilità artistica del film.

    Perché scrivere un libro sulla spiritualità che c’è dietro un film? Sembra un argomento singolare...
    Padre Bartunek: In realtà il film stesso è un evento singolare, se si considera la nostra cultura moderna. Milioni di persone l’hanno visto e si sono commosse. Il libro aiuta la gente a capire il perché.
    Cosa ha reso questo film unico? In primo luogo il soggetto; in seconda istanza l’abilità artistica. Il libro unisce i due aspetti: concilia il background teologico, spirituale e storico e cerca di spiegare il motivo per il quale Mel Gibson ha compiuto certe scelte artistiche e perché sono state così efficaci.
    E’ come visitare la Basilica di San Pietro a Roma. Milioni di turisti visitano questo splendido monumento e rimangono tutti colpiti, impressionati, ma quell’esperienza emozionale può diventare molto più profonda se si ha la possibilità di visitare la basilica con qualcuno che conosce la storia del luogo, il simbolismo dell’arte e le intenzioni di chi l’ha costruita. “Inside the Passion” fornisce una visita simile del film.

    Com’è finito sul set di un film?
    Padre Bartunek: Sono arrivato per la prima volta sul set accompagnando un seminarista. Un suo amico, che è anche un caro amico di Jim Caviezel, l’attore che ha interpretato il ruolo di Gesù, stava visitando Roma e ci ha invitati ad andare con lui sul set.
    In seguito siamo diventati amici della gente che lavorava al film, dato che sui set cinematografici ci sono molti tempi morti. E’ stato un progetto affascinante, al punto che qualsiasi altra cosa aveniva in modo naturale.

    Com’era una giornata-tipo mentre si girava il film? Si viveva un “regime spirituale”?
    Padre Bartunek: Non sono sicuro che ci sia stata una giornata-tipo. E non sono sicuro del fatto che la realizzazione, da un punto di vista tecnico, sia stato molto diversa da quella di altri film.
    In linea di massima si cominciava a lavorare presto. La troupe tecnica doveva iniziare a preparare il set, i costumi e il trucco nelle prime ore del mattino. Quando la luce era buona si girava.
    Il film non è stato girato in ordine cronologico. E’ stato un po’ come comporre un mosaico, una tessera per volta, senza un ordine preciso.
    Si girava una scena qui, un’altra lì, e poi un’altra completamente slegata dalle precedenti. Gli attori dovevano essere pronti a cambiarsi senza perdere un attimo di tempo. Se non giravano si preparavano a farlo o analizzavano il lavoro del giorno precedente.
    A livello spirituale non c’è stato un programma prestabilito. Jim Caviezel riceveva la Comunione ogni giorno; passava gran parte delle lunghe ore necessarie al trucco recitando il rosario. Mel andava a Messa appena possibile e trascorreva molto tempo in preghiera.
    Lavorare a questo film ha amplificato la loro vita spirituale, non c’è dubbio. Ha avuto un effetto simile anche sugli altri cattolici che lavoravano al progetto. Le reazioni dei non credenti e delle persone di altre religioni sono state diverse. Non penso, comunque, che ci sia stato qualcuno che non sia cambiato dopo questo film.

    Cosa permette di sperimentare il suo libro?
    Padre Bartunek: Il libro trasporta i lettori sul set de “La Passione di Cristo” con me, che agisco come una specie di guida turistica.
    Si è parlato e discusso molto sul film di Mel Gibson, ma finora la discussione non ha affrontato un punto di vista fondamentale, quello del regista.
    Da quando ho avuto la fortuna di essere coinvolto nella produzione del film e di accompagnare Mel durante tutto il lavoro, ho potuto trascorrere delle ore da solo con lui e fargli domande che nessun altro gli ha posto. Le idee che sono uscite fuori da questa esperienza mostrano livelli sorprendenti di significato e di abilità artistica. E’ per questo che ho parlato a Mel dell’idea di scrivere un libro.
    La gente che ha amato il film vuole saperne di più; vogliono sapere com’è stato realizzato, perché ha avuto un riscontro simile. “Inside the Passion” fornisce quella prospettiva, come afferma Mel nell’introduzione.

    Il suo libro aiuterà la gente che sente di aver avuto un’esperienza profonda del film a sperimentarla in modo ancora più approfondito? Ci faccia un esempio.
    Padre Bartunek: Mentre stavo lavorando al libro lo facevo leggere a varie persone per vedere le loro reazioni, e queste persone avevano visto la prima versione del film. L’ho dato ad altri registi cinematografici, a cattolici, a cristiani non cattolici, ad agnostici, a persone di ogni tipo.
    Le reazioni sono state piuttosto uniformi. Dopo aver letto il libro volevano tutti vedere di nuovo il film. Erano estremamente affascinati, com’era accaduto a me, per i tanti livelli di significato e di abilità artistica presenti in un’esperienza cinematografica così efficace.
    Un esempio è il personaggio di Giuda e l’incontro che ha con Gesù sotto il ponte dopo che Gesù è stato arrestato. La mia prima reazione a quella scena è stata negativa – sembrava un trucco hollywoodiano a buon mercato. C’è tuttavia una ragione specifica per cui Mel l’ha inserita: scoprirla ha fatto diventare quella scena una delle mie preferite.

    Descriverebbe il libro come profondamente meditativo?
    Padre Bartunek: “Inside the Passion” è meditativo nella misura in cui lo è stato il film. Alcune persone hanno letto il libro mentre guardavano il DVD del film.
    Leggono una parte del libro che descrive cos’è accaduto in una scena particolare e perché, e poi vanno a vedere quella scena sul DVD e la guardano meglio, scoprendo cose che non avevano visto prima, cose che sorprendono ed affascinano. E’ un complemento davvero efficace al film, che valorizza l’esperienza che si ha dell’opera.

    Questo è l’unico libro autorizzato su “La Passione”. Perché pensa che Mel Gibson abbia acconsentito a che lei raccontasse questa storia?
    Padre Bartunek: Sì, è l’unico libro autorizzato sul film. Nell’introduzione Mel stesso spiega perché ha approvato questo progetto.
    La gente si pone talmente tante domande sul film! Persone che l’hanno amato, persone che ne sono state confuse, che l’hanno odiato – tutti hanno domande. E tutti danno molte risposte.
    Il libro dissipa la confusione e getta una nuova luce sulle risposte a queste domande.

    Ci conduca con lei nella sua scena preferita del film e ci descriva perché la colpisce.
    Padre Bartunek: Uno dei motivi per i quali ho deciso di scrivere il libro è stato perché avevo molte scene preferite. Non riuscirei a condensare quelle esperienze in una riga o due.
    Uno degli aspetti che mi ha stupito di più è stato scoprire il vero motivo della comparsa del corvo che scende sul ladrone mentre è sulla croce. Mi ha lasciato sbalordito.
    Una delle scene più affascinanti, dal mio punto di vista, è la prima, nel giardino del Getsemani. Succedono tante cose in quel luogo e tutti i motivi delle scelte di Mel sono sorprendenti.
    In generale, credo che le mie scene preferite siano i flashback, come si inseriscono nella Passione e perché Mel ha scelto di includere proprio quelli. Alcuni di essi sono stati aggiunti all’ultimo minuto. E’ affascinante scoprirne il motivo.

    tratto da agenzia Zenit

  9. #189
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    Exclamation una recente polemica

    Gli integralisti Cattolici:"Mel Gibson ha tradito"

    QUI

  10. #190
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    31 Marzo 2005
    Fondamentalisti indù feriscono cristiani mentre si proietta “The Passion”

    L’ideologia estremista indù penetra pure tra le file del partito laico del Congress: anche nel Maharashtra in via di approvazione una legge anti-conversione.

    Kochi (AsiaNews) – Una folla di fondamentalisti indù ha assalito alcuni fedeli cristiani che assistevano alla proiezione del film La Passione di Cristo nella Kanai Church, la più antica chiesa dello stato del Kerala (India sudoccidentale). Bilancio dell’attacco: un cristiano gravemente ferito e molti altri – fra i quali anche donne e bambini – picchiati.

    Il fatto è avvenuto alla vigilia di Pasqua nella regione di Chalakud Taluna, dove 25 militanti del Rashtriya Swayamsevak Sangh (RSS) – l’ala paramilitare del Bharatiya Janata Party (BJP) – hanno interrotto la visione del film di Mel Gibson e assalito i cristiani presenti, uno dei quali, Gorge Kutty, è stato ferito in modo grave.

    I membri della Kanai Church sono i seguaci di Canai Thoma, emigrato dalla Persia in Kerala nel 425 d.C.

    Parlando con AsiaNews, John Dayal, presidente dell’All India Catholic Union, ha dichiarato che “è probabile che questi attacchi contro i cristiani siano una tattica dei fondamentalisti indù di screditare il Congress Party”, al potere in Kerala. Il presidente dello stato, Oomen Chandy, è un cristiano.

    Intanto cresce la preoccupazione dei cristiani e della Chiesa anche nel Maharashtra, lo stato più secolarizzato dell’India, dove il governo - anche qui di marca Congress - sta per varare una legge anti-conversione.

    Il ministro dell’Interno Sidharam Mhetre ha dichiarato che a breve sarà approvata una norma sui cambiamenti di religione modellata su quella del Tamil Nadu. La norma prevede, tra l’altro, che chiunque voglia mutare la propria religione debba consegnare un affidavit alle autorità pubbliche. Attivisti per i diritti umani hanno spesso denunciato che grazie alle norme anticonversione i fondamentalisti perseguitano i non indù. Dopo mesi di proteste delle organizzazioni che difendono la libertà religiosa e di una vasta parte dell’opinione pubblica, a maggio scorso il presidente del Tamil Nadu aveva ritirato la legge.

    Dolphy D’Souza, presidente della Bombay Catholic Sabha (BCS), un ente cattolico di Mumbai, ha definito “una vergogna” la proposta del governo Congress del Maharasthra. “Siamo angosciati dalle dichiarazioni di Mhetre” afferma D’Souza “che si discostano da quanto dichiarato dal capo di stato, secondo il quale non c’è nessun bisogno di legge del genere”. “Se il governo del Maharasthra pensa di attuare una legge contro la popolazione – fa sapere D’Souza – il BCS lancerà una campagna con altre organizzazioni” per contrastare l’approvazione della norma anticonversioni. (NC-LF)

    tratto da Asianews.it

 

 
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